Come vedere la TV in chiaro, tutti i trucchi e i segreti

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Ha fatto decisamente molto rumore la sentenza della sezione civile del Tribunale di Viterbo che ha annullato la sanzione pecuniaria inflitta ai gestori del portare filmsenzalimiti.it chiuso dalle Forze dell’ordine nel 2013. La notizia ha subito fatto il giro del Web e, come spesso accade in questi casi, molti hanno interpretato la sentenza in modo superficiale ed errato. Diversi siti Web hanno preso questa notizia come una sorta di assoluzione da parte del sito incriminato dall’accusa di pirateria on-line, ma leggendo con attenzione si capisce che le cose non stanno in questo modo. In Italia è illegale pubblicare i link di contenuti protetti da diritto d’autore anche se non risiedono sul proprio server e chi lo fa va incontro a sanzioni penali e amministrative. Nel caso in questione il Tribunale di Viterbo si è pronunciato solo sulla sanzione amministrativa. In poche parole, il tribunale ha annullato la multa di 124 mila euro inflitta ai gestori del sito non perché non fossero colpevoli, ma perché non esistevano informazioni sufficienti a quantificare con precisione il danno economico causato dalle attività del sito. Di conseguenza il giudice si è visto costretto ad accettare le osservazioni sollevate dalla difesa annullando la multa, ma la causa penale rimane in piedi e per i gestori di Filmsenzalimiti.it la storia non finirà quasi sicuramente con un’assoluzione.

I pirati rimangono on-line

Ma come fanno i vari portali che offrono contenuti illegali a rimanere attivi nonostante tutto? La prima considerazione da fare è che ciò che è illegale in Italia non è detto che lo sia in altri Paesi del Mondo. Di conseguenza, i pirati la prima cosa che fanno per mettere in piedi la loro attività è quella di appoggiare il sito su un server dislocato in un Paese remoto. Come ci sono i paradisi fiscali, così esistono i paradisi dell’hosting dove vengono applicate regole meno rigide. Ci sono poi diversi servizi che consentono di registrare un dominio senza mostrare i dati personali. Utilizzando www.whois.net (e il più potente http://whois. domaintools.com) è possibile visualizzare una scheda dettagliata di un dominio, ma con i siti di streaming le informazioni su chi lo ha registrato non compaiono. Questo è possibile anche perché diversi provider (come ad esempio GoDaddy) registrano a loro nome il dominio, ma questo non li solleva dall’obbligo di rivelarne il reale intestatario qualora vengano svolte attività illegali e avviate indagini da parte delle Forze dell’ordine. Per non essere identificati, esistono dei provider che per la registrazione richiedono solo un indirizzo di posta elettronica valido senza rivelare l’identità (come ad esempio www.anonymoushosting.in dove per mantenere l’anonimato è possibile pagare in Bitcoin). Qualora invece fosse necessario fornire i documenti, le strade possibili per i pirati sono due: si procurano documenti falsi se hanno le risorse necessarie o utilizzano i dati di una persona fittizia e una e-mail di appoggio, non ricollegabile all’intestatario, necessaria a gestire i vari servizi acquistati.

I server sono ben nascosti

Per evitare che venga rintracciata la località in cui si trova il server che ospita fisicamente il sito, i pirati ricorrono a uno o più proxy privati: in questo modo il sito può ad esempio risultare in Corea mentre in realtà si trova in Russia. Possono poi affiancargli un DNS che consente di passare da un proxy all’altro velocemente e rendere ancora più difficile il suo tracciamento.Tra i nuovi strumenti a
disposizione dei pirati abbiamo scoperto che ci sono anche i cloud server. Si tratta in parole povere di un’istanza virtuale disponibile on deinand che si adatta in tempo reale alle esigenze dell’utente in base al carico di lavoro. Un server cloud viene comunque virtualizzato su una macchina fisica le cui caratteristiche sono fondamentali perché determinano i tempi di latenza. Al cloud server si possono applicare tutte le soluzioni viste in precedenza.

Chiuso e ripristinato

E se nonostante tutto le forze dell’ordine riuscissero a risalire al sito e a bloccarlo, il pirata trova il modo per ripristinarlo in poco tempo: registra un nuovo dominio, trova un altro server in una località sconosciuta e carica uno snapshot (l’immagine del sito cloud) o una copia del vecchio server. Di solito i backup vengono archiviati in una o più location sia off-line che on-line per essere facilmente reperiti in caso di bisogno. Attraverso le tecniche analizzate i pirati riescono così a rimanere online anche se la loro attività è assolutamente illegale. La dimostrazione arriva dal fatto che sono diversi i siti in lingua italiana che offrono streaming di Film e serie TV anche in qualità HD che nonostante le varie battaglie legali, continuano a essere raggiungibili attraverso il browser. In questo numero abbiamo deciso di avviare un’inchiesta sui portali di streaming illegale più gettonati nel nostro Paese. Naturalmente ne abbiamo offuscato il nome per non istigare alla violazione del diritto d’autore, ma ne abbiamo analizzato i vari aspetti come il tipo di contenuti, la quantità dei video, i player usati per lo streaming e altro ancora. Ognuno di questi siti ha caratteristiche simili a quelle di Filmsenzalimiti, ma per loro non è ancora arrivato il momento di chiudere i battenti.