Sul web ormai esistono siti dedicati a qualsiasi tematica, creati da appassionati in un settore che vogliono diffondere la loro esperienza a profani e non o trasformarla in soldi, guadagnando qualcosa con le loro conoscenze. E sempre più c’è chi si mette in gioco con creazioni di siti , credendo possibile che il lavoro di un singolo possa giovare alla promozione del sito e magari a qualche guadagno. Ma purtroppo non sempre è così: un sito ha bisogno di tante cure, di contenuti di qualità e soprattutto di tanta condivisione. E un unico individuo non può certo dividersi in 10 uomini. Per questo motivo , si sta diffondendo sempre più la moda del Revenue sharing , basato sull’utilizzo della pubblicità per monetizzare gli articolisti del sito: le entrate di quasi tutti i siti web sono incentrate sulle pubblicità presenti nel sito.
Revenue sharing in italiano significa “condivisione dei guadagni”; altro non è che un modello di business (conosciuto anche come Adsense revenue sharing, article marketing o paid to write) : gli autori dei contenuti guadagnano infatti tramite Google Adsense. Quest’ultimo è un sistema di Google che genera degli annunci pubblicitari tematici, in linea con il contenuto dell’articolo. L’articolista non dovrà far altro che iscriversi a Google Adsense, ricevere il codice personale da dare al sito per far si che gli annunci di Adsense possano essere visualizzati all’interno dell’articolo. Il guadagno è proporzionale ai click effettuati dai lettori su quegli annunci presenti.
Non è quindi possibile stimare una cifra esatto del guadagno in quanto varia da articolo ad articolo; il guadagno dipende da vari fattori: dalla qualità dell’articolo, dall’argomento e dalle visite che il sito ha.
Ogni sito applica le sue politiche di suddivisione : si possono dividere le revenue della pubblicità in misura del 50% per il gestore del sito e 50% per l’articolista ma ci sono casi in cui la percentuale riconosciuta all’articolista è addirittura del 100% ma, ovviamente, ci sono articolisti che guadagnano molto di più con un fisso ad articolo: il tetto massimo che un articolista riesce a guadagnare per articolo è di 5 euro.