Mantle: cos’è e come funziona la nuova Api di Amd

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La nuova Api di Amd dovrebbe sostituire le DirectX. Sfrutta al massimo il pc e fa girare i giochi high end anche sui sistemi meno potenti. Scopriamola insieme in questo articolo.

Il pc è morto, questa è la previsione degli studiosi del mercato. I tablet sostituiscono gli ingombranti case grigi per gli usi giornalieri, come navigare e leggere le email, mentre per i giochi esistono le console Xbox e PlayStation. Proprio per quanto riguarda il gaming, però, il pc sta vivendo una seconda giovinezza. Il maggiore fornitore online, Valve, vuole donare nuova linfa vitale ai giochi su pc grazie alle sue Steam Machine. Contemporaneamente, Amd fa uscire sul mercato la nuova interfaccia Mantle per le sue schede grafiche, dando ai pc una notevole spinta in termini di prestazioni. L’utente riceve Mantle automaticamente e gratuitamente installando il nuovo driver Catalyst.

Mantle collega Cpu e scheda grafica da un lato, ed engine del gioco dall’altro. Sostituisce le librerie di sistema DirectX, che fino ad oggi eseguivano il codice del gioco in sintonia con il driver della scheda grafica. Grazie a Mantle, i giochi su pc girano con la stessa efficienza che dimostrano su PlayStation 4 o Xbox One, con la differenza che le potenti schede grafiche per pc offrono prestazioni migliori di quelle installate sulle console.

II pc diventa la console più rapida

Mantle offre due vantaggi agli sviluppatori, non presenti nelle Di-rectX: possono gestire direttamente le risorse hardware e la programmazione è molto simile al linguaggio macchina compreso dalla Gpu. Le DirectX utilizzano linguaggi come C++ per il game engine e Hlsl (High Level Shading Language) per la Gpu, più semplici da programmare, ma non così facilmente compilabili nel linguaggio macchina. L’overhead creato da Mantle in fase di esecuzione del gioco risulta molto inferiore. Inoltre, il game engine in DirectX non ha accesso diretto all’hardware, e ciò rende difficile la suddivisione dei compiti fra tutti i core della Cpu disponibili. Un buon esempio è Star Citizen con il suo CryEngine, un simulatore spaziale multiplayer attesissimo dai fan. In una sequenza di Citi-zen ci sono migliaia di oggetti. Per renderizzarli, le DirectX e il driver impegnano più a lungo la Cpu che la scheda grafica per elaborare i frame. Mantle, al contrario, inverte il rapporto: sono le prestazioni della scheda grafica che stabiliscono quanto è veloce il rendering di un frame. Amd promette vantaggi prestazionali fino al 45% rispetto alle DirectX.

A questo fine i programmatori devono mettere in conto un lavoro maggiore, ma in Mantle possono anche gestire il Command Buffer nella Ram. Questo trattiene in una queue i comandi per i processori della scheda grafica. Diversamente che con le DirectX, il programmatore può ora decidere in quale ordine eseguirli e quali far operare in parallelo. Mantle consente una scalabilità massima, fino all’impiego estremo delle risorse hardware, quindi Cpu e scheda grafica. Gli sviluppatori di Amd si aspettano che la scheda grafica possa elaborare, grazie a Mantle, fino a 100.000 comandi grafici (draw call) per frame. Un valore ben al di sopra di quello raggiunto dalle DirectX e dalle attuali console di gioco.

Ci si può aspettare nei prossimi anni una versione Mantle di 15 o 20

giochi, che implementino la nuova interfaccia grazie alla collaborazione con Amd. L’uscita di una versione beta per tutti gli sviluppatori è prevista nel corso di quest’anno. Il successo sul mercato di Mantle dipende però fortemente da un altro fattore, ovvero se il concorrente Nvidia deciderà di adottare la tecnologia per le proprie schede grafiche. In teoria nulla impedisce un adattamento per Nvidia, anche se si può pensare che Mantle darà una grande spinta più ai prodotti Amd che alle schede grafiche della serie GeForce. Se Nvidia dovesse adattarsi, allora alcuni analisti prevedono addirittura la fine delle console di gioco.