Whistleblowing obbligatorio: la verità che le aziende italiane temono rivelare!

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La nuova legge sul whistleblowing, conosciuta come “Decreto Whistleblowing”, è stata approvata in Italia il 10 marzo. Questa legge richiede alle aziende con 50 o più dipendenti di istituire un sistema interno di segnalazione attraverso cui gli informatori possono segnalare illeciti e irregolarità, anche in forma anonima, al fine di tutelare l’informatore e prevenire possibili ritorsioni.
Il 15 luglio scade il termine per le organizzazioni pubbliche e private con più di 250 dipendenti per dotarsi di un sistema di whistleblowing conforme alla legge, mentre le aziende tra 50 e 249 dipendenti hanno tempo fino al 17 dicembre 2023 per adeguarsi.
Secondo un sondaggio condotto da EQS Group A.G. su un campione di oltre 1.000 aziende in Europa, il 24% delle aziende italiane analizzate non ha ancora un sistema per la raccolta e la gestione delle segnalazioni da whistleblowing.
Confrontando i risultati italiani con quelli degli altri principali Paesi europei, l’Italia si trova a 9 punti al di sotto della media europea (85%), a 20 punti di differenza dalla Francia (95%) e a 6 punti dalla Germania (82%).
Tra il restante 76% delle organizzazioni che hanno un sistema di whistleblowing, il 42% ha ricevuto almeno una segnalazione negli ultimi 12 mesi e il 66% degli intervistati afferma di aver raccolto meno di 10 casi.
Le segnalazioni riguardano diverse tematiche, ma al primo posto ci sono episodi di mobbing e molestie sul lavoro (25%), seguiti da frode e corruzione (21%) e segnalazione della sicurezza dei dati (11%).
L’indagine svela che la casella e-mail è il canale di segnalazione più utilizzato dalle aziende italiane (circa il 60%), seguito dalle piattaforme di whistleblowing in cloud (48%) e dalle caselle postali (36%). Indipendentemente dal canale utilizzato, il 75% delle aziende dichiara di permettere segnalazioni anonime, come richiesto dalla Direttiva UE sul Whistleblowing 2019/1937 e dalla nuova legge italiana, che pongono l’accento sulla protezione dell’identità del segnalante.
Inoltre, il 69% delle aziende ha esteso il canale di segnalazione anche a fornitori, clienti, partner, consulenti e azionisti, come richiesto dalla nuova normativa. È interessante notare che il 70% dei partecipanti ha incluso un link alla piattaforma di segnalazione sul sito web aziendale e il 68% ha informato il proprio personale tramite comunicazioni interne.
Infine, i principali motivi per adottare un sistema di segnalazione sono l’adempimento agli obblighi normativi (75%) e l’interesse a sviluppare una cultura aziendale basata sulla trasparenza e l’integrità (59%).

Obbligo Whistleblowing, le aziende italiane non sono pronte

Il 10 marzo scorso è stata approvata in Italia la legge sul whistleblowing, chiamata “Decreto Whistleblowing”. Questa legge obbliga le aziende con 50 o più dipendenti ad avere un sistema interno di segnalazione in cui i segnalanti possono segnalare illeciti e irregolarità, anche in forma anonima, proteggendo il segnalante da possibili ritorsioni. Il 15 luglio scade il termine per le organizzazioni pubbliche e private con più di 250 dipendenti per adottare un sistema di whistleblowing conforme alla legge, mentre le aziende con 50-249 dipendenti hanno tempo fino al 17 dicembre 2023. Secondo un’indagine condotta da EQS Group AG su un campione di oltre 1.000 aziende europee, il 24% delle aziende rispondenti dall’Italia non ha ancora un sistema di raccolta e gestione delle segnalazioni tramite whistleblowing. Rispetto agli altri paesi europei, l’Italia è 9 punti al di sotto della media europea (85%), 20 punti di differenza dalla Francia (95%) e 6 punti dalla Germania (82%). Tra le organizzazioni che hanno adottato un sistema, il 42% ha ricevuto almeno una segnalazione negli ultimi 12 mesi e il 66% ha raccolto meno di 10 casi. Le segnalazioni riguardano principalmente episodi di mobbing e molestie sul lavoro (25%), frodi e corruzione (21%) e sicurezza dei dati (11%). Le aziende italiane utilizzano principalmente la casella e-mail (60%), seguita dalle piattaforme di whistleblowing in cloud (48%) e dalla casella postale (36%) come canali di segnalazione. Indipendentemente dal canale utilizzato, il 75% delle aziende ha previsto modalità di segnalazione anonime, come richiesto dalla Direttiva UE sul Whistleblowing 2019/1937 e dalla nuova legge italiana. Il 69% delle aziende ha aperto il canale di segnalazione anche a fornitori, clienti, partner, consulenti e azionisti. Inoltre, il 70% ha incluso un link alla piattaforma di segnalazione sul proprio sito web aziendale e il 68% ha informato il personale tramite comunicazioni interne. La principale motivazione per l’adozione di un sistema di segnalazione è l’adempimento ai nuovi obblighi normativi (75%), seguita dall’interesse a sviluppare una cultura aziendale basata sulla trasparenza e l’integrità (59%).