È l’evoluzione del BIOS, ha un’interfaccia grafica e tante altre chicche tutte da scoprire. Senza di lui il nostro PC non parte!
I BIOS, una sigla che la maggior parte di noi probabilmente avrà ignorato, identifica un componente fondamentale per il corretto funzionamento del computer. La sigla è l’acronimo di Basic Input Output System, che tradotto in modo letterale significa “sistema di base per l’ingresso e l’uscita” Originariamente identificava un vero e proprio software, codificato solitamente in linguaggio macchina e memorizzato su un chip ROM o su una Flash Memory. Ora, come vedremo più avanti, le cose sono un po’ cambiate.
Le funzioni del BIOS
Il BIOS, come dicevamo, è fondamentale nell’economia del computer perché è quel software che permette al sistema operativo e ai programmi di dialogare correttamente con l’hardware presente nel PC. Ma ridurre l’opera del BIOS solo a questo è riduttivo. In effetti, esso interviene fin dall’accensione, permettendo al computer di caricare correttamente il sistema operativo dal disco rigido (o dalla chiavetta USB, o anche dalla rete locale). Inoltre verifica se esistono anche altri BIOS (ed eventualmente li attiva), come quello presente sulla scheda grafica o su alcuni controller specialistici quali quelli RAID o SCSI. Infine, offre al sistema operativo stesso una serie di routine di basso livello che possono essere sfruttate per accedere ai dispositivi connessi al computer, siano essi su scheda madre
che esterni. In pratica, senza il BIOS, il sistema operativo non saprebbe quale hardware è presente nel computer e come accedervi correttamente per utilizzarlo. Per fare tutto ciò, il BIOS sfrutta anche le informazioni presenti nella CMOS, che possono essere modificate dall’utente per vari scopi. Qui urge fare una precisazione. Molti fanno confusione tra BIOS e CMOS. Quest’ultimo, però, non è un software, ma un particolare chip di memoria all’interno del quale sono contenuti dati che allo spegnimento del PC non vengono persi, grazie alla presenza di una batteria tampone che fornisce alimentazione a prescindere dalla presenza o meno di un’alimentazione da rete elettrica. I dati contenuti comprendono data e ora attuali, password di accesso al BIOS, configurazione hardware del PC ecc.
L’avvio del computer
La prima cosa che fa il BIOS all’avvio del computer è verificare se tutte le periferiche installate rispondono correttamente. Questa procedura viene chiamata POST, un altro acronimo il cui significato è Power On Self-Test; la sua esecuzione è riconoscibile dalla presenza a schermo di scritte che informano sulla quantità di memoria disponibile, su quanti dischi rigidi sono installati e sulla loro dimensione. È in questa fase che il BIOS verifica se sono installati componenti fondamentali come il processore e la RAM, testa una per una le celle di memoria per verificarne il funzionamento, quindi controlla che siano presenti una tastiera e un mouse e se ci sono periferiche speciali installate su bus PCI o PCI Express da attivare (schede video, controller per dischi rigidi, controller USB e altro ancora). Al termine di questo controllo, il BIOS avvia la procedura di caricamento del sistema operativo iniziando dalla prima periferica di boot specificata nella CMOS (in genere il disco rigido) e proseguendo in sequenza con le altre fino a trovarne una contenente il sistema operativo. Se non ne trova nessuna, il sistema si ferma mostrando il messaggio “Missing Operating System”, ovvero “sistema operativo non trovato”.
Prima evoluzione del Bios
Con l’evolversi delle tecnologie impiegate nei computer, un elemento statico quale era inizialmente il BIOS imponeva ai produttori una serie di paletti difficilmente compatibili con il dinamismo presente nel settore. Ecco allora nascere i primi BIOS aggiornabili, che permettevano di aggiungere la compatibilità anche con dispositivi non presenti sul mercato al momento della commercializzazione del computer. La procedura di aggiornamento del BIOS è allo stesso tempo semplice e pericolosa. Il software è salvato su una memoria speciale che non ha bisogno di corrente elettrica per mantenere le informazioni memorizzate al suo interno. Fino a qualche anno fa l’aggiornamento presupponeva l’utilizzo di uno speciale programma che veniva avviato da floppy disk con una versione minimale di DOS. Nessuna interfaccia grafica, ma solo una linea di comando con la quale interagire. Se durante l’installazione del nuovo BIOS andava via la corrente, o interveniva qualche altro problema, il computer non si avviava più. Per ovviare a questo tipo di anomalia, nel corso degli anni i vari produttori hanno reso disponibili programmi di aggiornamento avviabili direttamente da Windows e in grado di scaricare il corretto BIOS, così da minimizzare la possibilità di incorrere in errori. Inoltre, molte schede madri sono state dotate di un doppio BIOS, cosicché qualora uno dei due si fosse danneggiato sarebbe intervenuto l’altro, per consentire all’utente di continuare a usare il PC.
PIENO SUPPORTO ALL’UEFI SOLO CON WINDOWS 8
L’UEFI è una sorta di BIOS molto particolare, nato per supportare esclusivamente sistemi operativi a 64 bit. Per questo finora non ha avuto successo. Chi ha provato a installare Windows XP sui Mac con processore Intel commercializzati nel 2006 non vi è riuscito proprio a causa dell’impossibilità per Windows XP di effettuare il boot su UEFI. Neanche Windows Vista e 7 supportano pienamente UEFI. Solo le versioni a 64 bit dei due sistemi operativi sono pienamente compatibili con UEFI, mentre le versioni a 32 bit richiedono ancora un normale BIOS per poter essere installate ed eseguite correttamente sul computer. Solo con Windows 8 si è ottenuta la piena compatibilità, tanto che i computer, per poter essere venduti con Windows 8, devono per forza di cose utilizzare UEFI.