Le esperienze extracorporee, che consistono nella sensazione di separazione dal proprio corpo, da secoli affascinano l’umanità. Solo recentemente la scienza ha iniziato a fare luce su questo enigmatico stato di coscienza.
Secondo le ricerche scientifiche, queste esperienze straordinarie si verificano nel 10% della popolazione e possono accadere in diverse situazioni, come dopo un’operazione con anestesia, quando molte persone riferiscono di aver sperimentato una sorta di morte apparente o la paralisi del sonno.
Un gruppo di neuroscienziati dell’Università di Stanford, guidato da Josef Parvizi, ha condotto uno studio per approfondire questo fenomeno. La rivista specialistica Neuron ha recentemente spiegato in dettaglio cosa accade nel cervello durante queste esperienze.
La squadra di ricerca ha individuato una piccola area del cervello chiamata precuneo anteriore, che sembra essere coinvolta in modo prioritario nelle esperienze extracorporee. Come hanno fatto a scoprirlo? Utilizzando un paziente affetto da epilessia che ha riferito di sentirsi spesso un osservatore diretto delle conversazioni nella sua mente. Successivamente, otto volontari affetti da epilessia sono stati sottoposti a stimolazione elettrica del precuneo anteriore, ottenendo risultati sorprendenti.
Tutti i pazienti hanno riferito sensazioni insolite come quella di cadere o fluttuare, vertigini, dissociazione e minor concentrazione. Addirittura, tre di loro hanno sperimentato una certa depersonalizzazione, simile a quella che si verifica dopo l’assunzione di sostanze psichedeliche.
Dunque, possiamo presumere che il precuneo anteriore sia la regione cerebrale responsabile della percezione fisica di sé, dell’idea di coinvolgimento diretto nelle esperienze. Alterare questo processo comporta una modifica del punto di vista del individuo, che percepisce in modo irreale il proprio posto nel mondo e il proprio ruolo negli eventi.
Questa scoperta non solo contribuisce a una migliore comprensione delle esperienze extracorporee, ma potrebbe essere altrettanto importante nel trattamento dei disturbi mentali legati al trauma, per i quali è frequente il senso di dissociazione.
Inoltre, la stimolazione del precuneo anteriore ha generato onde cerebrali simili a quelle prodotte dal farmaco anestetico chetamina. Pertanto, questa scoperta potrebbe aprire la strada a metodologie anestetiche meno invasive rispetto a quelle tradizionali.
Mentre gli scienziati continuano a sperimentare, la verità sulle esperienze extracorporee viene gradualmente alla luce. Il cervello è indubbiamente un argomento di studio complesso, ma solo attraverso la ricerca sarà possibile cambiare il nostro approccio futuro alla percezione della realtà e ai trattamenti medici.
Finalmente scoperta la zona del cervello in cui avvengono le esperienze extracorporee
Le esperienze extracorporee, in cui le persone si sentono separate dal proprio corpo, sono sempre state un mistero, ma la scienza sta iniziando a far luce su questo stato di coscienza enigmatico. Questi eventi insoliti si verificano nel 10% della popolazione e possono accadere in diversi contesti, come dopo un intervento di anestesia o durante la paralisi del sonno. Un gruppo di ricercatori guidati da Josef Parvizi dell’Università di Stanford ha identificato un’area minuta del cervello chiamata precuneo anteriore, che sembra essere coinvolta in maniera prioritaria in queste esperienze extracorporee. Utilizzando un paziente epilettico elettro-stimolato nel precuneo anteriore, sono stati ottenuti risultati sorprendenti. I pazienti hanno testimoniato sensazioni insolite come cadere, fluttuare, vertigini, dissociazione e minore concentrazione. Alcuni di loro hanno sperimentato una sorta di depersonalizzazione simile a quella causata da sostanze psichedeliche. È possibile che il precuneo anteriore sia responsabile del senso fisico di sé e dell’idea di coinvolgimento in prima persona. La scoperta non solo contribuisce alla comprensione delle esperienze extracorporee, ma potrebbe anche essere utile nel trattamento dei disturbi mentali legati al trauma, che spesso causano la sensazione di dissociazione. La stimolazione del precuneo anteriore ha generato onde cerebrali simili a quelle prodotte dall’anestetico chetamina, aprendo la strada a metodi di anestesia meno invasivi rispetto a quelli tradizionali. La ricerca continua ad approfondire l’argomento delle esperienze extracorporee, cambiando il nostro approccio alla percezione della realtà e ai trattamenti medici.