Se hai deciso di rinunciare all’assegno di mantenimento, non devi preoccuparti. Esiste un’alternativa che non richiede alcuna modifica.
Esistono molte persone che rinunciano all’assegno di mantenimento e, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non fanno parte di una categoria così esigua. Sono molto più numerose di quanto si creda. Ma quali vantaggi ottengono esattamente? Questo articolo ha lo scopo di rispondere a questa domanda.
Alcune coppie si separano solo per avere due Isee separati, il che risulta particolarmente comodo in termini di incentivi. Questa operazione potrebbe facilmente assumere toni fraudolenti, ma non è questo il caso che verrà descritto qui. Inoltre, poiché è illegale, non sarà neanche divulgato.
Ci sono molti casi in cui, in seguito a una separazione, si rinuncia consapevolmente agli alimenti e la Corte di Cassazione si è presa spesso e volentieri posizione in merito. La credenza comune è che l’assegno noto a tutti prenda il nome di “assegno sociale”. Come indicato nel titolo, quindi, ha semplicemente un altro nome. Ma in cosa consiste esattamente?
Si tratta sostanzialmente di un incentivo destinato a coloro che vivono in condizioni precarie, sia dal punto di vista economico che professionale. Spesso le due condizioni sono correlate. Poiché questo incentivo è di natura assistenziale, poiché viene richiesto e ha determinati requisiti, non può essere percepito all’estero. Tuttavia, anche i cittadini non comunitari possono richiederlo, seppure con precise condizioni.
Per quanto riguarda il 2023, il valore di questo assegno è di poco più di 500 euro al mese per un totale di 13 mensilità, una in più rispetto all’anno regolare. In tal senso, in merito al dubbio espresso all’inizio dell’articolo, la Corte di Cassazione è stata come sempre molto chiara.
Per quanto riguarda l’assegno sociale, la Corte di Cassazione è stata davvero chiara. L’ottenimento dell’assegno sociale non è affatto subordinato alla rinuncia del mantenimento. Ciò significa che può essere percepito da chiunque, a patto che vengano rispettati i requisiti menzionati in precedenza.
Di conseguenza, una donna divorziata che ha rinunciato al mantenimento può richiedere e percepire l’assegno sociale senza alcun problema. Si tratta di una questione che può essere considerata spinosa, ma una volta compresa risulterà immediatamente più semplice e comprensibile. E questo non è sempre da dare per scontato.
Se rinunci al mantenimento, c’è comunque un assegno pronto per te: si chiama solo diversamente
Il testo discute della possibilità di rinunciare all’assegno di mantenimento e sostituirlo con un’altra forma di assistenza economica. Si afferma che molte persone rinunciano all’assegno di mantenimento per ottenere due ISEE separati, e quindi maggiori benefici. Si specifica che questa pratica può essere illegale e non viene approfondita nel testo. Si spiega che l’assegno sociale è un incentivo destinato a coloro che si trovano in condizioni precarie dal punto di vista economico e professionale. Si chiarisce che questo incentivo non può essere percepito all’estero e che può essere ricevuto anche dai cittadini non comunitari in determinate condizioni. Si indica che l’assegno sociale per l’anno 2023 ammonta a poco più di 500 euro al mese per 13 mensilità. Si riporta che, secondo la Cassazione, l’ottenimento dell’assegno sociale non è subordinato alla rinuncia all’assegno di mantenimento e può essere percepito da chiunque rispetti i requisiti richiesti. Si conclude affermando che una donna divorziata che ha rinunciato al mantenimento può richiedere e percepire l’assegno sociale senza problemi, rendendo la questione più facile e comprensibile una volta compresa.