Proteggersi dallo spionaggio: pagare il prezzo del diritto alla privacy

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Un gruppo composto da otto associazioni europee di consumatori ha presentato reclami presso le rispettive autorità nazionali contro Meta, accusando l’azienda di non rispettare i principi stabiliti dal GDPR, ovvero il regolamento europeo in materia di trattamento dei dati e di privacy. Il focus dell’attenzione è stato posto sul meccanismo denominato “Pay or consent” messo in atto da Meta, definito da alcuni come il “Facebook a pagamento”.

A novembre, il gigante dei social ha richiesto agli utenti di Facebook e Instagram di scegliere se desideravano continuare a utilizzare le piattaforme in maniera gratuita, ma permettendo la raccolta dei propri dati per fini pubblicitari personalizzati, oppure di pagare per eliminare le pubblicità e mantenere i propri dati al riparo da possibili influenze nelle inserzioni. Si tratta praticamente di un invito all’abbonamento per garantire il diritto alla privacy.

Le otto associazioni, provenienti da vari paesi europei, hanno definito la scelta del Pay or consent come “ingiusta e fuorviante”, poiché potrebbe far credere agli utenti di utilizzare un servizio apparentemente privo di pubblicità quando in realtà si sta fornendo il consenso per la sorveglianza a fini pubblicitari.

Secondo Ursula Pachl, vicedirettrice generale dell’Organizzazione europea dei consumatori (BEUC), Meta ha cercato ripetutamente di giustificare la massiccia sorveglianza commerciale imposta agli utenti, sottolineando che l’offerta di Meta ai consumatori è solo una maschera per mascherare la vera raccolta di informazioni sensibili che viene sfruttata attraverso il modello pubblicitario invasivo dell’azienda. I modelli di business basati sulla sorveglianza sollevano gravi dubbi in merito al rispetto del GDPR e delle violazioni dei diritti fondamentali delle persone.

In sintesi, le associazioni europee di consumatori hanno denunciato il comportamento di Meta e chiesto alle autorità competenti di intervenire per porre fine alla violazione dei diritti dei consumatori e al trattamento ingiusto dei dati da parte dell’azienda.

chiede di pagare il diritto alla privacy

Otto associazioni europee di consumatori hanno presentato reclami alle autorità nazionali contro Meta per non aver rispettato il GDPR. Meta ha proposto agli utenti di Facebook e Instagram di pagare per evitare la raccolta dati per scopi pubblicitari. Le associazioni ritengono che questa scelta sia ingiusta e fuorviante e non consenta un consenso libero e informato. Ursula Pachl dell’Organizzazione europea dei consumatori ha criticato il modello di business di Meta basato sulla sorveglianza commerciale e ha chiesto alle autorità di protezione dei dati di intervenire per fermare la violazione dei diritti fondamentali delle persone.