Ecco le nuove regole per il controllo del Web

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A Dubai si è discusso del futuro di Internet e dell’accesso alla Grande Rete, tra chi chiede un maggiore controllo e chi si erge a paladino delle libertà. Ecco tutti i retroscena

Dai lavori dell’ultima conferenza dell’ITU {www.ltu.int}, l’Agenzia ONU per le telecomunicazioni, è iniziata una nuova guerra fredda digitale. Si è infatti creata una spaccatura, tra Paesi diversi, sulle regole che devono governare Internet e le telecomunicazioni nei prossimi anni. Lo scopo della conferenza che si è tenuta a Dubai dal 4 al 14 dicembre scorso era quello di aggiornarle (le attuali risalgono al “lontano” 1988) ma il nuovo testo è stato firmato solo da 89 Paesi su 193; perlopiù da quelli in via di sviluppo, capeggiati da Russia, Cina, Brasile e Arabia Saudita, più alcuni africani. Si sono opposti invece con forza Regno Unito, Stati Uniti, Canada, che quindi continueranno ad applicare le vecchie regole.

Guerra fredda digitale?

Nel momento in cut scriviamo, l’Italia e altri Paesi europei stanno ancora prendendo tempo, ma anche secondo gli osservatori più attenti è
altamente improbabile che firmino il nuovo accordo. il problema? Il nuovo trattato assegna un ruolo più importanteai singoli governi perle questioni riguardanti i! controllo e la gestione di Internet. Dice, ad esempio, che tutti gli Stati sono ugualmente importanti per la governance della Grande Rete, così da “assicurarne la stabilità, la sicurezza, la continuità e il suo futuro sviluppo”. Un secondo articolo dell’accordo dà invece ai governi il compito di contrastare le “comunicazioni elettroniche non richieste”. Secondo i firmatari e l’ITU, le nuove regole accompagneranno la diffusione di Internet nei Paesi poveri. Russia e Cina, in particolare, accusano le vecchie regole di essere sbilanciate a favore dell’autorità del governo USA.

Gli Stati Uniti, dal canto toro, ribattono invece che adesso nessuno regna su Internet e che il suo sviluppo viene gestito da diverse organizzazioni indipendenti. Gli oppositori al nuovo trattato, tra i
quali c’è anche Google, definiscono pericolosa l’intromissione dei governi nelle faccende che riguardano Internet. Per esempio, con la scusa di contrastare le già citate comunicazioni elettroniche non richieste potrebbero bloccare non solo lo spam (un’azione positiva e comunque sempre auspicabile) ma anche contenuti sgraditi ad un eventuale regime o al governo di turno. In Europa, comunque, al momento non dovrebbe cambiare niente. Ma si è comunque venuta a creare una situazione di conflitto a livello mondiale che potrebbe esplodere nei prossimi mesi. Risultato: nessuno può più scommettere che le regole alla base della Rete restino per sempre le stesse che abbiamo avuto finora. E per molti questo potrebbe rappresentare un vero pericolo per la libertà di comunicazione. La speranza è che i governi alla fine trovino un accordo che continui a garantire a tutti l’accesso senza limiti al Web. Staremo a vedere!