Da diversi decenni, gli scienziati hanno seriamente considerato l’idea di produrre energia direttamente nello spazio. Oggi, questa possibilità è diventata più concreta che mai.
L’idea di base consiste nell’invio di satelliti dotati di pannelli solari in orbita, in grado di trasmettere l’energia raccolta a una stazione a terra. In questo modo, sarebbe possibile superare le limitazioni degli impianti fotovoltaici e solari-termici attuali, come ad esempio il requisito di ampie aree di terreno e il fatto che la resa dipenda dal ciclo giorno-notte.
I satelliti geostazionari sarebbero gli candidati ideali. Essi, essendo sempre sopra lo stesso punto della superficie terrestre, mantengono la stessa posizione rispetto alla stazione di raccolta. Inoltre, orbitando a 36.000 km di quota, essi sono esposti alla luce solare per oltre il 99% dell’anno.
Per trasferire l’energia raccolta, i satelliti trasformerebbero l’energia in radiazione elettromagnetica, inviando un fascio di microonde alla stazione a terra. Lì, delle antenne riconvertirebbero le onde elettromagnetiche in elettricità. Si stima che la stazione a terra dovrebbe essere dotata di un diametro di almeno 5 chilometri, una superficie notevole ma comunque inferiore a quella necessaria per produrre la stessa quantità di energia con i parchi solari terrestri.
Nel corso degli anni, sono stati proposti diversi progetti di satelliti e stazioni spaziali, e oggi abbiamo tutte le tecnologie necessarie per realizzarli. Tuttavia, perché non abbiamo ancora intrapreso questa strada? Il fattore limitante principale è l’enorme quantità di massa che deve essere lanciata nello spazio. Anche utilizzando il razzo Starship di SpaceX, in grado di trasportare 150 tonnellate di carico, sarebbero comunque necessari centinaia di lanci. Inoltre, il controllo di una struttura così grande nello spazio richiederà notevoli quantità di combustibile.
Questi progetti comportano quindi considerevoli rischi e costi. Tuttavia, non dobbiamo lasciarci scoraggiare: nel futuro potremmo avere razzi sempre più sostenibili e gli impianti solari spaziali potrebbero dare un contributo fondamentale alla produzione di energia pulita.
Perché non produciamo energia solare direttamente nello spazio?
Gli scienziati, fin dagli anni Sessanta, hanno considerato l’idea di produrre energia direttamente nello spazio. L’idea è di inviare satelliti dotati di pannelli solari in orbita, che potrebbero trasmettere l’energia raccolta a una stazione a Terra. Questo permetterebbe di superare le limitazioni degli attuali impianti solari, come la necessità di grandi terreni e la dipendenza dal ciclo giorno-notte.
I satelliti geostazionari sarebbero i candidati ideali, poiché rimangono sempre sopra lo stesso punto della Terra e sono esposti al Sole per la maggior parte dell’anno. Per trasferire l’energia raccolta, i satelliti la trasformerebbero in radiazione elettromagnetica e invierebbero un fascio di microonde alla stazione a Terra, dove verrebbe riconvertito in elettricità.
Nonostante le tecnologie necessarie siano disponibili, non si è ancora iniziato a realizzare questi progetti a causa dell’enorme quantità di massa da lanciare nello spazio e dei costi e rischi associati. Tuttavia, con il progresso dei razzi sostenibili in futuro, gli impianti solari spaziali potrebbero contribuire in modo significativo alla produzione di energia pulita.