La cosa più affascinante dei libri è la loro capacità di essere dei veri e propri “portali” verso mondi alternativi, fantastici e estranei al nostro. È capitato almeno una volta nella vita di essere completamente rapiti da un racconto e, grazie alla nostra immaginazione e all’abilità dello scrittore, di muoversi al suo interno come spettatori privilegiati. Il videogioco The Bookwalker: Thief of Tales ci offre l’opportunità di vivere in prima persona l’esperienza di entrare in un libro e il portale non è solo una metafora per descrivere la nostra forte immersione in una storia, ma diventa realtà.
Il protagonista del gioco, Etienne Quist, sviluppato da Do My Best, è un’anima creativa condannata dall’incubo più grande per ogni scrittore: il blocco dello scrittore. Tuttavia, non è solo questo il destino di Etienne. Il mondo di The Bookwalker ricorda un po’ quello di uno dei più grandi libri del Novecento, “1984” di George Orwell. Nel capolavoro dello scrittore inglese, la vita dei cittadini era sottoposta al controllo oppressivo della psicopolizia; nel videogioco, esiste una forza di polizia simile che tiene sotto stretta sorveglianza coloro che scrivono libri. Ci sono leggi narrative e creative che regolano qualsiasi opera scritta su carta stampata. Etienne si trova sotto il giogo della polizia a causa di un grave crimine, la cui natura non viene specificata; tuttavia, si può presumere che sia sicuramente collegato a una sua opera narrativa. Quali sono state le conseguenze di tutto ciò? La cosa più debilitante è stata l’applicazione di pesanti catene ai suoi polsi che gli impediscono in qualsiasi modo di impugnare una penna. Inoltre, ha perso il lavoro e tutti i suoi averi. Etienne, di cui non si sa l’età esatta, vive in un piccolo appartamento angusto ed è evitato dai vicini di casa a causa del suo sporco passato penale. Tuttavia, Etienne non ha solo scritto qualcosa di sbagliato o scomodo: possiede anche la straordinaria capacità di viaggiare nei libri, catapultandosi in mondi fantastici. Come si suol dire, la penna ferisce più della spada.
Il gioco inizia con Etienne che riceve una telefonata da personaggi i cui nomi sono sconosciuti, i quali vogliono sfruttare la sua straordinaria abilità a loro vantaggio. Ci troviamo faccia a faccia con il primo incarico di questi loschi individui, che ci consegnano una grande valigia. All’interno della valigia troveremo alcune istruzioni dell’autore riguardanti l’oggetto da rubare, un misterioso scomparto metallico in cui inserire gli oggetti e infine il libro in cui dovremo “immergerci”. Nell’universo di The Bookwalker, i mondi dei libri e il mondo reale sono strettamente collegati: gli oggetti del mondo reale possono essere portati nei libri e, come requisito per rubare i libri, qualsiasi cosa all’interno dei volumi può essere riportata nel mondo reale. È evidente che le azioni del Bookwalker influenzano la stampa scritta e che il furto di oggetti abbia un effettivo impatto sul contenuto e sulla conclusione dei libri.
Questa premessa è interessante e il momento in cui si entra nel primo libro è sicuramente affascinante. Etienne si troverà catapultato in una sorta di prigione medievale con gabbie, barili e teschi di poveri prigionieri. Ci viene spontanea la domanda: “Perché ci troviamo qui? Dobbiamo cercare di evadere?”. Il narratore sarà presente per guidarci in tutta l’avventura, ma a un certo punto la prigione si trasformerà in un futuristico laboratorio, creando una realtà che mescola verità e finzione, ricordando in un certo senso il cult movie “The Truman Show”, in cui tutto ciò che sembra reale in realtà non lo è. Realtà e finzione si mescolano e si influenzano inevitabilmente.
The Bookwalker è composto da sette novelle in cui ci immergiamo per compiere i nostri “crimini” e questa è solo la prima. Tuttavia, non siamo gli unici ospiti e saremo affrontati da temibili nemici pronti a metterci i bastoni tra le ruote. Il gameplay del gioco è diviso in due parti separate: il mondo reale e il mondo dei libri. Nel mondo reale, si gioca in prima persona e si può interagire con oggetti, leggere note e parlare con altri personaggi. Una volta entrati nella copertina di un libro, il gioco diventa visuale isometrica dall’alto, richiamando in qualche modo lo stile di “Disco Elysium”. Esploriamo i luoghi in cui è ambientata la storia del libro, vivendo la trama e cercando di trovare e rubare l’oggetto richiesto dal gruppo che ci ha incaricato. Ogni mondo ha un tema proprio e spesso presenta un’ambientazione completamente diversa dalla precedente, il che è sicuramente un punto di forza poiché permette di esplorare ambienti e tematiche diverse, spingendo il giocatore a scoprire cosa c’è “oltre”.
Tuttavia, dobbiamo dire con rammarico che l’impatto di queste scelte nel gioco non è così significativo come ci si aspetterebbe. Molte volte ci troviamo di fronte a una scelta importante che sembra influire pesantemente sulla trama: dobbiamo rubare quell’oggetto o no? Dobbiamo salvare il protagonista del libro o lasciarlo al suo destino, consapevoli che ciò avrà ripercussioni nel mondo reale? La scelta spetta a noi, ma le conseguenze tangibili sono quasi nulle, a parte qualche linea di dialogo diversa. Ogni racconto si chiude per fare spazio a un altro, come se la narrazione all’interno di The Bookwalker fosse parte di una serie TV con episodi autoconclusivi.
Il gioco offre delle opzioni di scelta, ma il nostro impatto nella realtà dei fatti è davvero minimo. All’interno delle fasi ambientate nei libri, possiamo interagire con gli oggetti, creare strumenti con le risorse raccolte e risolvere enigmi per avanzare nel gioco. Come Bookwalker, il giocatore ha anche la possibilità di utilizzare
The Bookwalker: Thief of Tales | Recensione – Il mistero tra le righe
Il videogioco The Bookwalker: Thief of Tales porta i giocatori in mondi alternativi attraverso i libri. Il protagonista, Etienne Quist, è un creativo con il blocco dello scrittore e viene condannato per un grave crimine legato alla sua opera narrativa. Il gioco si svolge in sette diverse novelle, in cui si deve rubare un oggetto specifico da ciascun libro. Durante il gioco, si possono prendere decisioni che influenzano la trama, ma le conseguenze sono spesso limitate. Il gameplay è diviso tra il mondo reale e il mondo dei libri, ma la difficoltà dei puzzle e i movimenti del protagonista possono essere frustranti. La direzione artistica è molto ispirata, soprattutto all’interno dei libri, mentre la vita reale risulta monotona. La colonna sonora è ben fatta e il doppiaggio in inglese è buono.