Svelato il segreto mortale del Challenger: l’uccisione a distanza più spettacolare mai registrata

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Durante il periodo compreso tra il 1990 e il 1991, scoppia la Guerra del Golfo in risposta all’invasione irachena del Kuwait. Questo conflitto vede la partecipazione di una coalizione militare composta da ben 39 paesi, il quale inizia con una campagna di bombardamenti aerei contro l’Iraq.

Tra le diverse forze militari coinvolte in questa guerra, vi è anche il Regno Unito, che schiera il contingente più numeroso tra tutti gli stati europei partecipanti al conflitto. Le operazioni svolte nel Golfo Persico prendono il nome in codice di “Operazione Granby”.

Proprio in questa regione, si mobilitano i reggimenti dell’esercito britannico, tra cui i Naval Air Squadrons, la Royal Air Force e le navi della Royal Navy. I primi due schieramenti operano nelle basi aeree dell’Arabia Saudita, mentre altre navi sono dislocate nel Golfo Persico.

Il contributo maggiore fornito dall’esercito britannico avviene nella battaglia di Norfolk, in cui i carri armati Challenger sono in grado di distruggere oltre 200 carri armati iracheni e altri mezzi corazzati. Ciò che stupisce tutti è il modo in cui l’esercito britannico è riuscito ad abbattere il nemico.

Uno dei Challenger è stato in grado di distruggere un carro armato iracheno sparando il colpo a una distanza di circa 4.700 metri (2,9 miglia). Questo rappresenta il colpo mortale più a lunga distanza mai registrato nella storia. Nonostante in passato siano stati fatti tentativi per costruire dei carri armati volanti, senza successo, il Challenger è considerato uno dei tank più potenti nella storia.

L’esercito britannico, così come in passato, continua a costruire carri armati potenti e all’avanguardia. Addirittura, recentemente ha preso in considerazione l’installazione di computer quantistici all’interno di questi veicoli, capaci di risolvere problemi di varia natura.

Quando il Challenger registrò l’uccisione a distanza più lunga della storia

Durante la Guerra del Golfo, che ebbe luogo tra il 1990 e il 1991 come risposta all’invasione irachena del Kuwait, il Regno Unito fornì il contingente più grande tra gli stati europei che parteciparono al conflitto. Le operazioni britanniche furono chiamate “Operazione Granby” e coinvolsero le Naval Air Squadrons, la Royal Air Force e le navi della Royal Navy. L’apporto più significativo dell’esercito britannico si ebbe nella battaglia di Norfolk, in cui i carri armati Challenger distrussero oltre 200 carri armati iracheni. Un singolo Challenger fu in grado di abbattere un carro armato nemico sparando da una distanza di 4.700 metri, risultando così il colpo mortale a distanza più lunga mai registrato. L’esercito britannico continua a costruire carri armati potenti e all’avanguardia e si è persino ipotizzato di installare computer quantistici al loro interno.