Svelando il tabù delle vendite segrete di case familiari: un pericoloso gioco di equilibri che può costare caro

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La separazione coniugale può avere diverse conseguenze, tra cui l’assegnazione della casa ad uno dei coniugi. Questa assegnazione può causare dei problemi, soprattutto se il proprietario è costretto ad abbandonare l’immobile per cederlo all’ex partner. In genere, il giudice assegna la casa alla moglie, indipendentemente dal fatto che sia proprietaria o meno, in quanto l’attribuzione viene effettuata nell’interesse dei figli e solitamente i figli vivono con la madre. Se invece non ci sono figli, la casa può essere assegnata al proprietario. Tuttavia, il marito potrebbe vendere la casa senza avvertire la moglie prima che il giudice prenda una decisione in merito.

Secondo la normativa vigente, l’ex partner può vendere l’immobile di sua proprietà senza bisogno del consenso dell’altro coniuge. Pertanto, il marito potrebbe vendere la casa di sua proprietà all’insaputa della moglie prima che il giudice si pronunci sull’assegnazione. Tuttavia, la Cassazione ha precisato che questo comportamento potrebbe costituire un abuso di diritto se l’obiettivo è violare la disciplina che regola l’assegnazione della casa familiare alla moglie con prole. In questo caso, la moglie potrebbe ottenere comunque l’assegnazione della casa o un risarcimento danni. Ad esempio, se il marito vende la casa al padre e poi la prende in comodato per 6 mesi, al termine dei quali il padre richiede il rilascio dell’edificio alla ex moglie, tale comportamento sarebbe considerato illecito.

Potrebbe anche verificarsi che il marito decida di vendere la casa familiare di sua proprietà dopo che la stessa è stata assegnata all’ex moglie. Secondo la legge italiana, anche in questo caso l’atto di compravendita è valido, ma devono essere rispettate alcune regole. L’assegnatario (la moglie) può continuare ad occupare l’immobile perché la decisione del giudice è opponibile ai terzi. Pertanto, l’acquirente non ha il potere di cacciare l’ex coniuge che vi abita in base alla decisione del giudice. Tuttavia, vendere una casa che è stata assegnata da un giudice in seguito a una separazione è molto complicato, poiché l’acquirente potrebbe non essere d’accordo con la situazione e permettere che la sua proprietà sia “occupata” da un altro soggetto.

Vendere la casa familiare all’insaputa del coniuge: la legge è pericolosa e si rischia tanto

La separazione tra coniugi comporta l’assegnazione della casa a uno dei partner. Tuttavia, questa situazione può causare problemi se il proprietario deve abbandonare l’immobile per consegnarlo all’ex coniuge. Di solito, il giudice assegna la casa alla moglie, indipendentemente dalla sua proprietà, in quanto l’interesse dei figli è prioritario e solitamente vivono con la madre. Se non ci sono figli, l’immobile può essere assegnato al proprietario. Tuttavia, l’ex partner può vendere l’immobile di sua proprietà senza il consenso dell’altro coniuge, prima che il giudice lo assegni. Tuttavia, la Cassazione ha precisato che questo comportamento potrebbe costituire un abuso di diritto se mira a violare la disciplina che garantisce l’uso della casa familiare alla moglie con figli. In questo caso, la moglie può ottenere l’assegnazione della casa o un risarcimento danni. Inoltre, potrebbe capitare che il marito decida di vendere la casa dopo che è stata assegnata all’ex moglie, ma l’atto di vendita è valido solo se viene rispettata la legge. L’ex coniuge assegnatario può continuare ad abitare nell’immobile poiché il provvedimento del giudice è opponibile ai terzi. Pertanto, vendere una casa dopo la separazione è molto complicato poiché l’acquirente non può cacciare l’ex coniuge che vi abita sulla base della decisione del giudice.