Il Governo Meloni adotta una politica di austerità, riducendo bonus ed aiuti. In vista della prossima legge di Bilancio, l’esecutivo ripropone il tanto odiato termine “rigore”. Questa scelta avrà conseguenze significative sull’Italia, che si prepara ad affrontare un autunno complicato. I finanziamenti scarseggiano per mantenere i bonus ancora in vigore e per trovare i fondi necessari a coprire le misure già introdotte nella legge di Bilancio per il 2023. La premier Meloni ha già chiarito che l’autunno sarà caratterizzato da un’atmosfera di austerità, necessaria per rendere effettivo il taglio al cuneo fiscale, il quale avrà un costo minimo previsto di 10 miliardi di euro.
Tutto il Governo si è preparato al fatto che probabilmente mancheranno i fondi necessari a mantenere tutte le promesse fatte in campagna elettorale e durante il primo anno in Parlamento. Dopo le vacanze estive, durante la riunione del Consiglio dei Ministri, la premier ha espresso esplicitamente l’orientamento verso una politica di rigore e l’attenzione massima all’equilibrio del bilancio dello Stato. Inoltre, ha nuovamente stigmatizzato i bonus edilizi, come ad esempio il Superbonus del 110%, che hanno prosciugato le casse nazionali.
Per la Meloni, il Superbonus è stato una “tragedia contabile”. Questo potrebbe essere interpretato come un messaggio implicito che vuole dire: “Se non ci sono più soldi, è colpa di queste misure introdotte dai precedenti Governi”.
La premier Meloni ha dichiarato senza mezzi termini: “Certamente non possiamo permetterci sprechi, stiamo pagando pesantemente il disastro del Superbonus del 110%. I bonus edilizi introdotti dal Governo Conte 2 hanno portato a irregolarità per più di 12 miliardi di euro. È stata consentita la più grande truffa ai danni dello Stato”.
Tuttavia, ci sono alcuni dettagli da considerare. In primo luogo, gran parte delle frodi legate alla cessione dei crediti, senza controlli, consentita dal decreto Rilancio del 2020, sono state individuate e bloccate dalle autorità finanziarie, che hanno sequestrato i crediti. In secondo luogo, i vecchi bonus non avranno un impatto sul deficit previsto per i prossimi anni e non andranno a intaccare i fondi destinati a finanziare le misure previste dalla legge di Bilancio.
Le agevolazioni attualmente in vigore gradualmente verranno sospese, come già deciso dal Governo Meloni. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha deciso di interrompere la cedibilità e lo sconto in fattura per rendere i crediti “non pagabili”, imponendo la suddivisione del costo su tutti gli anni di fruizione.
A causa della contrazione del PIL registrata nel secondo trimestre, il Governo ha deciso di dirottare le risorse statali solo verso le proprie misure, tagliando tutte quelle introdotte dai precedenti Governi. Quindi, verranno fermati il Reddito di Cittadinanza, il Superbonus, il bonus trasporti, mentre rimarranno in vigore alcune misure dedicate alle famiglie e alla lotta contro la denatalità.
Addio aiuti e bonus: arriva la mazzata più temuta ed inizia l’austerità | Perdi tanti soldi
Il Governo Meloni sta adottando una politica di austerità, tagliando bonus e aiuti per far fronte alla situazione economica difficile. Questa decisione è stata presa per far quadrare i conti nella prossima legge di Bilancio e per trovare fondi per le misure già introdotte nel Bilancio 2023. Inoltre, la premier Meloni ha annunciato che l’autunno sarà una stagione di austerità, anche per rendere effettivo il taglio al cuneo fiscale. Il governo ha già avvertito che mancheranno fondi per mantenere tutte le promesse fatte durante la campagna elettorale e durante il primo anno in Parlamento. La premier ha parlato esplicitamente di una politica orientata al rigore e all’equilibrio del bilancio dello Stato, criticando i bonus edilizi che hanno prosciugato le casse nazionali. La Meloni ha definito il Superbonus una “tragedia contabile” e ha accusato i precedenti governi di aver permesso irregolarità per oltre 12 miliardi di euro. Tuttavia, ci sono alcune considerazioni da fare: le frodi legate alla cessione dei crediti sono state in gran parte bloccate dalla Finanza e i vecchi bonus non hanno un impatto sul deficit previsto per i prossimi anni né intaccano i fondi destinati alle misure previste nella legge di Bilancio. Il governo ha deciso di eliminare gradualmente le agevolazioni in atto, come la cedibilità e lo sconto in fattura, e di concentrare le risorse dello Stato solo sulle proprie misure, tagliando quelle introdotte dai governi passati. Ci sarà quindi un’eliminazione del Reddito di Cittadinanza, del Superbonus e del bonus trasporti, mentre rimarranno alcune misure per le famiglie e per contrastare la denatalità.