Il dibattito attorno all’opzione di effettuare un prelievo forzoso sui conti correnti di coloro che sono in debito con il fisco è stato molto acceso. Durante il mese di luglio, si è discusso ampiamente in Parlamento sulla possibile azione dell’Agenzia delle Entrate di prelevare denaro dai conti delle persone che hanno debiti fiscali, aprendo di fatto le tasche di milioni di italiani. L’obiettivo di questa misura proposta dal governo era combattere l’evasione fiscale con metodi risoluti, ma ha suscitato una ferma opposizione da parte dei partiti di opposizione.
Tuttavia, dopo numerose discussioni, la norma è stata leggermente modificata. Una delle novità introdotte consiste nel concedere all’Agenzia delle Entrate la possibilità di conoscere l’ammontare dei soldi presenti sul conto di ogni debitore. Questa informazione consente all’Agenzia di valutare in modo proporzionato la somma da prelevare per soddisfare il debito con il fisco, evitando di prosciugare completamente un conto o di tentare prelievi su conti privi di liquidità.
Tuttavia, la divulgazione di informazioni così personali, come l’ammontare del deposito sul conto corrente, solleva questioni di privacy e tutela del debitore. È stato quindi richiesto che il debitore venga tutelato e che il suo diritto di non diffondere informazioni riservate sulla propria situazione economica sia rispettato.
In seguito all’impossibilità di procedere direttamente con il prelievo forzoso sui conti correnti dei debitori, il governo ha modificato la norma della Legge Delega sulla Riforma Fiscale. Attualmente, l’articolo 16, comma 1, lettera d, punto 3 prevede l’implementazione di una “razionalizzazione, informatizzazione e semplificazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari, anche mediante l’introduzione di meccanismi di cooperazione applicativa” sin dalla fase di dichiarazione stragiudiziale del terzo, garantendo comunque le forme di tutela a favore del debitore.
Di conseguenza, il governo si è trovato costretto a correggere il tiro, abbandonando l’idea del prelievo forzoso contro la volontà del titolare del conto corrente e orientandosi verso una riforma più generale delle procedure per recuperare i debiti contratti con il fisco da parte degli evasori.
Prelievo forzoso su conti correnti: ecco cosa c’è di vero e tutto quello che devi sapere
Durante il mese di luglio si è discusso molto sulla possibilità che l’Agenzia delle Entrate potesse effettuare un prelievo forzoso dai conti correnti dei cittadini che hanno debiti con il fisco. Questa misura proposta dal governo aveva lo scopo di combattere l’evasione fiscale, ma ha incontrato l’opposizione dei partiti di opposizione. Alla fine di luglio, la norma è stata leggermente modificata. Una delle novità introdotte consiste nel dare all’Agenzia delle Entrate la possibilità di conoscere il saldo del conto di ogni debitore. Sulla base di queste informazioni, l’Agenzia decide se effettuare un prelievo proporzionato all’effettivo reddito del debitore, evitando di prosciugare completamente il conto o di prelevare da conti senza fondi. Tuttavia, la divulgazione di informazioni personali come l’importo del saldo del conto corrente è stata criticata per la violazione della privacy del debitore. Pertanto, è stata richiesta la tutela del debitore. Il governo ha modificato la norma sulla Riforma fiscale, passando da un prelievo forzoso sui conti correnti a una riforma più generica delle procedure per recuperare i debiti degli evasori.