Recentemente, sono state introdotte importanti novità nel mondo della realtà virtuale. In particolare, gli avatar di Meta ora hanno finalmente la possibilità di avere le gambe. Questo aggiornamento tanto atteso è stato annunciato da Mark Zuckerberg circa 10 mesi fa, ma solo ora è diventato realtà nella versione Quest v57 del Public Test Channel (PTC) per Meta Quest 2 e Meta Quest Pro.
Secondo quanto riportato da The Verge e UploadVR, le gambe per gli avatar di Meta sono disponibili in fase di rollout per gli utenti che utilizzano la versione PTC. Tuttavia, potrebbe essere necessario attendere un po’ prima che gli utenti vedano le gambe del proprio avatar. Attualmente, questa novità è limitata alla funzionalità Quest Home, ma Eliza Kern, manager delle comunicazioni di Meta, ha confermato che nelle prossime settimane le gambe per gli avatar arriveranno anche su Horizon Worlds.
È importante sottolineare che questa è ancora una versione beta e le gambe sono visibili solo attraverso uno specchio. Tuttavia, è stato confermato che l’update sarà disponibile per tutti gli utenti a breve.
Questo aggiornamento è considerato una delle “feature più richieste” nel contesto del Meta Connect, secondo le parole di Zuckerberg stesso. Il CEO di Meta ha spiegato che l’utilizzo di fotocamere per rilevare le gambe risulta complesso, quindi è stato adottato un approccio basato su un modello di intelligenza artificiale.
In conclusione, la possibilità di avere le gambe per gli avatar di Meta è finalmente una realtà. Si tratta di un importante passo avanti nel mondo della realtà virtuale e un desiderio dei numerosi utenti che utilizzano la piattaforma.
Quest Home ha le gambe
Le gambe per gli avatar di Meta sono finalmente disponibili nella versione Quest v57 del PTC. Gli utenti potranno vedere le gambe del proprio avatar su Quest Home, mentre in futuro arriveranno anche su Horizon Worlds. Inizialmente, le gambe sono visibili solo guardando uno specchio e l’update sarà disponibile per tutti. Secondo Zuckerberg, rilevare le gambe con le fotocamere risultava troppo complesso, quindi si è optato per un approccio basato sull’intelligenza artificiale.