Scopri come l’immaginazione può cambiare la vita di tutti: la risposta ti sorprenderà!

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Esiste una condizione chiamata “Afantasia”, che porta alcune persone a non essere in grado di usare la propria immaginazione. La scoperta di questa condizione risale al 2003, quando un uomo di 65 anni, dopo un intervento al cuore, ha lamentato la perdita della capacità di visualizzare immagini nella sua mente. Il neurologo Adam Zeman, che ha ascoltato il paziente con incredulità, ha poi scoperto che ci sono molte altre persone che presentano la stessa incapacità.

Da allora, la condizione è stata definita Afantasia e si stima che colpisca una persona su cinquanta. Queste persone non possono credere che gli altri riescano a creare immagini dettagliate nella loro mente, mentre c’è chi fatica a credere che ci possa essere qualcuno che non abbia questa capacità.

Per cercare di svelare il mistero dietro la Afantasia, sono stati condotti studi scientifici. I ricercatori del Future Minds Lab dell’Università del New South Wales hanno sviluppato il primo test biologico e oggettivo per valutare la vividezza delle immagini. Secondo gli scienziati, per misurare l’immaginazione di una persona, è sufficiente osservare le sue pupille. Le persone che visualizzano immagini vivide nella loro mente hanno un riflesso fisico: le loro pupille si restringono quando immaginano qualcosa di luminoso. Al contrario, nelle persone affette da Afantasia, questo non si verifica.

Mentre la tecnologia sta dando alla intelligenza artificiale la capacità di immaginare cose mai viste, oggi siamo consapevoli che non tutti gli esseri umani riescono ad avere questa capacità.

Gli esseri umani sono tutti capaci di usare l’immaginazione? La risposta vi stupirà

Il testo descrive la condizione chiamata Afantasia, che colpisce alcune persone rendendole incapaci di visualizzare immagini nella propria mente. Questa condizione è stata scoperta nel 2003 e si stima che colpisca una persona su cinquanta. Gli studiosi hanno condotto uno studio scientifico per indagare su questa condizione e hanno sviluppato un test biologico che misura la vividezza delle immagini. Si è scoperto che le persone che visualizzano immagini vivide hanno un riflesso fisico nelle loro pupille, mentre chi soffre di afantasia non presenta questo riflesso. Questa scoperta ha portato alla consapevolezza che non tutti gli esseri umani sono in grado di immaginare cose mai viste.