Sconvolgenti dati sulla minaccia dell’IA: siamo destinati a perdere il lavoro?

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L’Intelligenza Artificiale (IA) sta suscitando sempre più timori in diverse società, non solo a causa delle rappresentazioni cinematografiche degli anni ’80. Uno dei principali timori riguarda la sostituzione degli esseri umani in alcuni ambiti lavorativi. La questione è stata accesa ulteriormente dal licenziamento di giornalisti presso Bild, che ha alimentato un acceso dibattito pubblico sull’argomento. Tuttavia, è giunto il momento di analizzare alcuni dati statistici e sondaggi.

In questa breve analisi, MSPoweruser ci fornisce alcune informazioni raccolte da ricerche effettuate da aziende specializzate come IBM. Ad esempio, sappiamo che il 77% delle aziende nel mondo sta sperimentando l’utilizzo dell’IA, il 35% la sta già utilizzando e il 42% sta cercando di capire come poterla utilizzare. È interessante notare come gli specialisti IT siano tra i principali utilizzatori dell’IA, confermando che non sono solo i datori di lavoro e le aziende a trarne vantaggio, ma anche i dipendenti stessi. Tra gli utilizzatori dell’IA, oltre agli specialisti IT (54%), troviamo Data Engineer, Sviluppatori e Data Scientist.

L’IA sta crescendo anche nel settore pubblicitario, con il 37% del settore marketing che già utilizza l’IA Generativa per la creazione di contenuti, seguito dai settori tecnologico, della consulenza, dell’insegnamento, della contabilità e della sanità.

Passando alle statistiche meno entusiasmanti, il 14% dei lavoratori ha già affermato di aver perso il proprio posto di lavoro a causa delle automazioni, dall’IA ai robot. Solo negli Stati Uniti, si stima che nel 2023 siano stati persi direttamente a causa dell’IA 3.900 posti di lavoro, e si registra una drastica riduzione dei salari, che si attesta al 70% rispetto al 1980.

Nel futuro prossimo, si stima che ci siano a rischio 300 milioni di posti di lavoro. Paradossalmente, i lavori burocratici e amministrativi sembrano essere più vulnerabili, mentre quelli manuali sembrano essere ancora al sicuro nonostante lo sviluppo del settore della robotica.

Per quanto riguarda le preoccupazioni degli stessi lavoratori, si stima che in India il 70% dei dipendenti teme di essere presto sostituito da macchine. I giovani tra i 18 e i 24 anni sono particolarmente preoccupati da questa tendenza. A livello globale, oltre il 30% dei lavoratori teme che il proprio lavoro possa essere sostituito dalla tecnologia. Nel settore marketing, l’81% degli esperti teme che i content creator possano perdere il proprio impiego a causa dell’IA.

Non va dimenticato che anche i principali attori del settore stanno spingendo per una regolamentazione comune dell’IA. Tra di loro, il CEO di OpenAI ha garantito che ChatGPT non lascerà l’Europa e continuerà a collaborare alla stesura del “AI Act”.

L’IA ci farà perdere il lavoro? Ecco qualche numero sulla situazione

L’Intelligenza Artificiale sta già suscitando preoccupazione per l’eventualità di sostituire l’uomo in alcuni lavori. Ad esempio, il licenziamento dei giornalisti di Bild ha alimentato il dibattito sull’argomento. Secondo alcune ricerche condotte da aziende specializzate come IBM, il 77% delle aziende nel mondo sta sperimentando l’utilizzo dell’IA, il 35% la sta utilizzando e il 42% sta cercando di capire come impiegarla. I principali utilizzatori dell’IA sono gli specialisti IT, seguiti dai Data Engineer, Sviluppatori e Data Scientist. L’IA sta crescendo anche nel settore pubblicitario, nel settore tecnologico, nella consulenza, nell’insegnamento, nella contabilità e nella sanità. Tuttavia, ci sono alcune statistiche meno entusiasmanti, come il fatto che il 14% dei lavoratori ha già perso il lavoro a causa dell’automazione. Nel 2023, si prevede che negli Stati Uniti siano stati persi 3.900 posti di lavoro direttamente a causa dell’IA, mentre i salari si sono ridotti drasticamente. Si stima che nel prossimo futuro ci siano 300 milioni di posti di lavoro a rischio, con i lavori burocratici e amministrativi più a rischio rispetto a quelli manuali. I lavoratori stanno vivendo timori riguardo alla sostituzione da parte delle macchine, soprattutto i giovani tra i 18 e i 24 anni. A livello globale, oltre il 30% dei lavoratori teme che il proprio lavoro possa essere sostituito dalla tecnologia, mentre nel settore del marketing l’81% degli esperti teme la perdita di lavoro per i content creator. È importante sottolineare che anche i protagonisti del settore stanno spingendo per una regolamentazione comune dell’IA, come il CEO di OpenAI che sta collaborando alla stesura dell’AI Act e ha garantito che ChatGPT rimarrà in Europa.