Scontro di potenze: il Governo alza il limite sulle frequenze per dare impulso al 5G

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Durante l’ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva, il Governo discuterà anche del limite alle emissioni elettromagnetiche. Attualmente, l’Italia ha una soglia molto inferiore rispetto al limite europeo e, in effetti, è il paese con il limite più basso in assoluto. Nel Decreto Asset e Investimenti, un decreto omnibus, all’articolo 7 si afferma che i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità vanno adeguati sulla base delle più recenti evidenze scientifiche e delle Linee guida dell’Unione europea, al fine di potenziare la rete mobile e garantire servizi di connettività di alta qualità, senza mettere a rischio la salute pubblica.

Sebbene la bozza non specifichi di quanto si intenda aumentare il limite, circolano voci secondo cui il governo vorrebbe portarlo a 24 volt per metro (V/m) dagli attuali 6 fissati nel 2001, quindi quadruplicando il valore attuale. Indipendentemente dalla percentuale di aumento, le polemiche sono sorte comunque, poiché il tema è molto delicato per i cittadini e le associazioni che temono ripercussioni sulla salute pubblica. Tuttavia, è probabile che, di fronte a un raddoppio del limite, il tono delle proteste sarebbe stato meno acuto.

È importante sottolineare che anche con un limite di 24 V/m, l’Italia resterebbe tra i paesi con il limite più basso. Il fattore moltiplicativo x4 che viene menzionato può trarre in inganno anche coloro che sono favorevoli all’aumento del limite. È però altrettanto vero che il limite raccomandato dall’Europa è di 61 V/m. Pertanto, anche se salisse a 24 V/m, il nostro paese sarebbe ancora molto al di sotto dei limiti raccomandati e rispetto agli altri paesi europei. È importante ricordare che i 61 V/m sono basati su una relazione dell’International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection (ICNIRP), un’organizzazione non governativa riconosciuta dall’OMS.

La questione del limite alle emissioni elettromagnetiche è diventata cruciale con l’avvento del 5G. Più basso è il limite, maggiore è il numero di antenne necessarie per garantire una copertura adeguata. Le stime dei costi aggiuntivi per gli operatori sono espressi in miliardi di euro. Pertanto, secondo chi sostiene l’aumento del limite, l’Italia rischia di perdere competitività in Europa, impedendo al 5G di realizzare appieno il suo potenziale. È importante sottolineare che i 61 V/m raccomandati dall’Europa sono basati su ricerche scientifiche e sono ritenuti un parametro sicuro.

Va notato anche che un limite così basso comporta un consumo energetico maggiore per i dispositivi mobili, soprattutto durante gli spostamenti. A causa del maggior numero di antenne necessarie per coprire un’area con un limite inferiore, gli smartphone devono effettuare cambi di cella più frequenti e compiere uno sforzo maggiore per agganciare il segnale.

Le associazioni contrarie alla revisione del limite, tra cui Legambiente, sono molto chiare sulla loro posizione. Sostengono che non ci sono ragioni valide per aumentare il valore di attenzione per i campi elettromagnetici generati dall’alta frequenza, se non un interesse economico da parte delle compagnie di telecomunicazione che vogliono risparmiare sui costi delle infrastrutture. Secondo Legambiente, l’attuale limite di 6 V/m è stato stabilito considerando precauzioni di sicurezza e le ultime ricerche scientifiche lo confermano. L’associazione chiede un confronto con il Governo per discutere di questa decisione.

La questione assume un’importanza ancora maggiore dal momento che il Governo Meloni ha deciso di dare un valore di 4 miliardi di euro alla salute della popolazione nel nostro Paese. Legambiente ritiene che il passo indietro rappresentato dall’aumento del limite metta a rischio la salute della popolazione e comporti un sacrificio di una normativa avanzata e precauzionale che avrebbe consentito lo sviluppo del 5G senza compromettere la salute dei cittadini.

Su il limite sulle frequenze, il Governo vuole dare potenza al 5G: scontro

Il Governo italiano si sta confrontando sul limite alle emissioni elettromagnetiche, con l’obiettivo di alzarlo. Attualmente, l’Italia ha uno dei limiti più bassi in Europa. Nonostante non sia specificato di quanto si voglia aumentare il limite, si dice che il governo intenda portarlo a 24 V/m, rispetto agli attuali 6 V/m stabiliti nel 2001. Questa proposta ha suscitato polemiche da parte di cittadini e associazioni preoccupate per la salute pubblica. Tuttavia, anche con l’incremento proposto, il limite rimarrebbe ancora uno dei più bassi in Europa. La questione è diventata cruciale con l’avvento del 5G, poiché un limite più basso significa la necessità di più antenne e maggiori costi per gli operatori. Diverse associazioni, tra cui Legambiente, sono contrarie all’aumento del limite, sostenendo che non ci siano motivi validi per farlo e che la salute pubblica vale più di interessi economici.