Sam Bankman-Fried, ex-CEO di FTX, finisce in prigione: un destino choc che cancella la sua libertà vigilata

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L’ex-CEO di FTX, Sam Bankman-Fried, dovrà affrontare la prigione dopo mesi di libertà vigilata, rappresentando così l’ultimo colpo di scena nel lungo caso giudiziario che ha coinvolto il crollo di FTX, l’exchange di criptovalute di cui Bankman-Fried è stato cofondatore e CEO fino al 2022. Recentemente, la sua libertà vigilata è stata revocata.

Secondo quanto riportato da Engadget, il giorno venerdì 11 agosto il giudice del distretto di New York, Lewis Caplan, ha deciso di revocare l’ordine di libertà vigilata e inviare Sam Bankman-Fried in prigione. Nonostante fosse stato libero su cauzione dopo che i suoi genitori avevano versato un’ingente somma di 250 milioni di dollari, il CEO di FTX è stato costretto a trascorrere i prossimi mesi in carcere a causa del suo presunto tentativo di contattare dei testimoni e influenzare le loro testimonianze.

Da sottolineare, però, che la revoca della libertà vigilata non è direttamente correlata alla condanna definitiva dell’ex-CEO di FTX. Sebbene la sua condanna sembri sempre più probabile, considerando che molti dirigenti di FTX sono già stati condannati recentemente, Bankman-Fried è stato mandato in prigione a causa dei suoi presunti tentativi di contattare i testimoni nel processo e di alterare le loro testimonianze.

L’accusa mossa a Bankman-Fried riguarda il suo contatto con Caroline Ellison, sua ex-partner e testimone chiave nel processo del crollo di FTX, cercando di convincerla a non testimoniare contro di lui o a modificare il suo resoconto dei fatti. Ellison, che si è già dichiarata colpevole in un processo collegato al tracollo di FTX, ha condiviso i messaggi inviati da Bankman-Fried con il New York Times. Pare che l’ex-CEO abbia utilizzato reti VPN e l’app di Signal per cercare di evitare di essere scoperto, un modus operandi che sembra essere stato usato anche nei confronti di altri ex-dipendenti di FTX negli ultimi mesi.

La difesa del giovane tycoon delle criptovalute ha cercato di far sì che Bankman-Fried restasse a casa, prolungando così la libertà vigilata e ritardando la data del processo d’appello, sostenendo che le dichiarazioni di Ellison fossero solo insinuazioni e speculazioni prive di fatti reali. Tuttavia, il giudice Kaplan ha deciso di accogliere le richieste dell’accusa, affermando che Bankman-Fried ha cercato di interferire con una testimone chiave per il processo in almeno due occasioni.

l’ex-CEO di FTX Sam Bankman-Fried va in prigione, revocata la libertà vigilata

L’ex CEO di FTX, Sam Bankman-Fried, è stato inviato in prigione dopo mesi di libertà vigilata. Questa è l’ultima svolta del caso giudiziario sul tracollo di FTX, l’exchange di criptovalute di cui Bankman-Fried è stato cofondatore e CEO fino alla fine del 2022. La sua libertà vigilata è stata revocata dal giudice del distretto di New York, Lewis Caplan, perché si è scoperto che ha tentato di mettersi in contatto con dei testimoni nel processo contro di lui e di modificare la loro testimonianza. Bankman-Fried è stato accusato di aver contattato la sua ex-partner Caroline Ellison, una testimone chiave nel processo, cercando di convincerla a non testimoniare contro di lui o a modificare il proprio resoconto dei fatti. Ha utilizzato reti VPN e l’app di Signal per evitare di essere scoperto. Nonostante la sua difesa abbia chiesto che Bankman-Fried rimanesse a casa e prolungato la libertà vigilata, il giudice ha dato ragione all’accusa.