Risponde con l’emoji ‘ok’: la firma legale che conquista il feed!

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Avrete sicuramente sentito dire che dire un “sì” di troppo al telefono con un call center può rivelarsi fatale, ma cosa succede quando rispondi a un messaggio con un emoji? Pare che si corra lo stesso rischio. Questo è ciò che è accaduto a un agricoltore canadese, il quale, secondo quanto riportato da The Guardian, avrebbe utilizzato l’emoji del pollice in su come risposta a un messaggio contenente un contratto.

La storia è questa: un acquirente ha inviato un messaggio con l’intento di procurarsi nuovi clienti e l’agricoltore ha accettato di vendere 86 tonnellate di lino al prezzo di 13 dollari per ogni 35 kg. L’acquirente ha inviato il contratto tramite messaggio e ha chiesto una conferma di ricezione. L’agricoltore ha risposto con l’emoji del pollice in su, ma successivamente ha cambiato idea quando il prezzo del lino è aumentato.

Di conseguenza, l’acquirente ha deciso di citare in giudizio l’agricoltore poiché, secondo lui, l’emoji non rappresentava semplicemente una “conferma di ricezione del contratto”, ma una vera e propria accettazione, equiparabile a una firma. Un giudice ha stabilito che l’acquirente aveva ragione, costringendo l’agricoltore a pagare quasi 62.000 dollari.

L’agricoltore sostiene di non aver avuto il tempo di leggere il contratto e che l’emoji era semplicemente un segno di ricevuta. Tuttavia, il giudice ha basato la sua sentenza sulla definizione di emoji presente su dictionary.com, la quale afferma che l’emoji del pollice in su viene utilizzata per “esprimere assenso, approvazione o incoraggiamento nelle comunicazioni digitali”. Nella sentenza, il giudice afferma che “questa corte riconosce che l’emoji del pollice in su è un metodo non tradizionale di firmare un documento, ma nonostante tutto in queste circostanze si tratta di un metodo valido per trasmettere i due scopi di una ‘firma’ “.

La difesa sostiene che attribuire così tanto potere a un’emoji potrebbe essere dannoso, in quanto potrebbe creare un precedente nell’interpretazione di molte altre situazioni simili. Il giudice potrebbe non essere d’accordo con questa argomentazione, ma personalmente sono dell’opinione opposta: dare così tanta importanza alle emoji è sbagliato e se devo preoccuparmi di come le utilizzo nei messaggi per evitare di finire in situazioni spiacevoli come questa, tanto vale smettere di usarle del tutto, no?

Risponde con l’emoji “ok”, per il giudice è una firma legale

Un agricoltore canadese si è trovato in una situazione legale a causa di un’emoji inviata in risposta a un contratto. L’acquirente aveva offerto di comprare del lino ad un prezzo specifico e l’agricoltore ha risposto con l’emoji del pollice in su. Successivamente, l’agricoltore ha cambiato idea a causa dell’aumento del prezzo del lino. L’acquirente ha fatto causa sostenendo che l’emoji fosse una conferma di accettazione del contratto. Il giudice ha dato ragione all’acquirente, obbligando l’agricoltore a pagare una somma di denaro. L’agricoltore ha sostenuto di non aver avuto il tempo di leggere il contratto e che l’emoji fosse solo un segno di ricevuta. Tuttavia, il giudice ha basato la sua decisione sulla definizione di emoji presente su dictionary.com, che la considera un metodo valido per esprimere assenso nelle comunicazioni digitali. La difesa ha sostenuto che dare un simile potere ad un’emoji potrebbe avere conseguenze negative, ma l’autore del testo ritiene che sia sbagliato attribuire così tanta importanza alle emoji e che sarebbe meglio smettere di usarle del tutto per evitare situazioni spiacevoli.