Riscopriamo il segreto del Reddito di Cittadinanza: Lavora senza perdere l’assegno!

0

A partire dal 1° gennaio 2024, il reddito di cittadinanza non sarà più una misura attiva e verrà sostituito da altre misure di contrasto alla povertà. Già ad agosto, coloro che sono attivabili al lavoro non avranno più diritto al reddito, così come chi non ha minori, invalidi o anziani sopra i 60 anni in famiglia. Per loro ci saranno solo 7 mesi di sussidio anziché 12, poiché sono capaci di lavorare. Tuttavia, c’è ancora speranza, poiché il governo ha aperto la possibilità di lavorare e ottenere comunque il sussidio.

Finora, chi lavora e percepisce il reddito di cittadinanza ha sempre dovuto fare i conti con il problema che il sussidio spinge a non cercare lavoro o, peggio ancora, adottare pratiche illecite come il lavoro sommerso. Tuttavia, con la recente modifica introdotta dal governo, è possibile lavorare senza che il reddito influisca sul sussidio, purché il reddito da lavoro non superi i 3.000 euro lordi.

L’obiettivo di questa modifica è evitare che i beneficiari del reddito rifiutino offerte di lavoro o accettino lavori in nero pur di mantenere il reddito, e per rispondere alla carenza di manodopera soprattutto nei settori lavorativi estivi.

È importante scegliere con attenzione i lavori da svolgere con il reddito di cittadinanza. Secondo l’articolo 1 comma 317 della Manovra di Bilancio del governo Meloni, nel caso di stipulazione di contratti di lavoro stagionale o intermittente, il maggior reddito da lavoro non viene considerato per la determinazione del beneficio economico, purché non superi i 3.000 euro lordi. È consigliabile consultare un professionista per comprendere appieno quale tipo di contratto è possibile sottoscrivere al fine di evitare problemi futuri.

Tuttavia, un aspetto non ben approfondito dai legislatori riguarda l’ISEE. I redditi della stagione estiva 2023 finiranno nell’ISEE 2025 e, se le misure di contrasto alla povertà si baseranno sull’ISEE, come accade per il reddito di cittadinanza attuale, i rischi rimarranno gli stessi.

Ad esempio, lavorare due mesi al momento, senza superare i 3.000 euro lordi, non influirà immediatamente sul reddito di cittadinanza. Tuttavia, il meccanismo della misura collega gli importi all’ISEE di una famiglia e al reddito familiare. Ciò significa che oggi una persona che beneficia del sussidio prende 500 euro al mese solo se nel 2021 aveva reddito zero. La stessa situazione potrebbe accadere nel 2025 con l’ISEE, quindi sarà necessario indicare redditi e patrimoni dell’anno 2023, inclusi i soldi guadagnati durante i mesi estivi di quest’anno. In sostanza, la situazione non è ancora del tutto chiara nonostante le modifiche apportate dalla Manovra finanziaria, e occorre comprendere cosa accadrà nei prossimi anni, quando subentrerà l’ISEE e come verrà gestito. Se non ci saranno modifiche, i rischi resteranno gli stessi.

Con il reddito di cittadinanza si può lavorare senza perdere l’assegno, sono molti a non saperlo

Dal 1° gennaio 2024, il reddito di cittadinanza non sarà più una misura attiva e verrà sostituito da altre misure di contrasto alla povertà. A partire da agosto, coloro che possono lavorare non avranno più diritto al reddito, così come coloro che non hanno minori, invalidi o anziani sopra i 60 anni in famiglia. Tuttavia, c’è ancora la possibilità di lavorare e ricevere comunque il sussidio. Fino ad ora, chi lavorava e prendeva il reddito doveva fare i conti con il problema che il sussidio incentivava a non cercare lavoro o a adottare pratiche illecite come il lavoro sommerso. Tuttavia, con il nuovo decreto, chi prende il reddito di cittadinanza e vuole lavorare in estate può farlo senza che il reddito incida sul sussidio, ma solo fino a 3.000 euro lordi di reddito da lavoro. L’obiettivo di questa novità è evitare che i beneficiari rifiutino offerte di lavoro o lavorino in nero pur di mantenere il reddito e rispondere alla carenza di manodopera nei settori lavorativi estivi. Rimanendo entro questi limiti, il sussidio e il lavoro sono compatibili. Tuttavia, ci sono ancora alcune incertezze riguardo all’ISEE e se le misure di contrasto alla povertà si baseranno su di esso, i rischi restano gli stessi. La situazione non è ancora del tutto chiara e bisognerà capire cosa succederà nei prossimi anni con l’ISEE e come verrà gestito.