I cadaveri subiscono dei processi di decomposizione che dipendono fortemente dall’ambiente circostante, così come dalle condizioni climatiche e dalla temperatura a cui sono esposti. Quando un cadavere è all’aperto, la decomposizione risulta essere un processo veloce, capace di rendere irriconoscibile un corpo già dopo qualche giorno. Tuttavia, se il cadavere è immerso in acqua, la situazione cambia totalmente e si manifesta un fenomeno di saponificazione.
La saponificazione è un processo che dipende dall’adipocera, un materiale caseoso di colore bianco-grigiastro prodotto dalla decomposizione del tessuto adiposo. Quando i resti rimangono immersi nell’acqua per un lungo periodo, gli acidi grassi rilasciati si cristallizzano, solidificando parti del corpo che hanno una grande percentuale di adipe o, in alcuni casi, l’intera salma.
Tuttavia, non tutti i cadaveri sperimentano questo fenomeno. Infatti, nei resti in cui la percentuale di adipe è minima, la saponificazione non avverrà. Diversamente, i corpi il cui livello di grasso supera la media avranno più possibilità di essere rinvenuti saponificati.
Contribuiscono alla formazione di questo strato di cera post mortem vari batteri, in particolare il Clostridium perfringens, che trova l’ambiente ideale per la sua formazione nell’acqua. Questo fenomeno può essere osservato già un mese dopo la permanenza dei cadaveri in mare o in laghi.
Tuttavia, questa forma particolare di mummificazione può verificarsi anche in salme esposte ad ambienti umidi e vestite con tessuti capaci di trattenere l’umidità. Se le condizioni ambientali non subiscono brusche alterazioni, il corpo può conservarsi anche per diversi anni, poiché si forma uno strato secco e fragile, simile al gesso o alla cera.
Il processo di mummificazione è stato oggetto di molti studi, ma ancora si cerca di fare chiarezza. Si ipotizza che un cadavere su Marte possa subire le stesse conseguenze, tuttavia non vi sono ancora certezze.
Il corpo umano riserva sorprese inaspettate che meritano di essere osservate anche dopo la morte. A tal proposito, è interessante sapere che le piante che crescono vicino ai cadaveri umani rispondono in un modo strano.
È meglio che non sappiate cosa succede a un corpo morto in acqua
Il testo parla dei processi di decomposizione che avvengono su un cadavere a seconda dell’ambiente circostante. Mentre all’aperto la decomposizione è veloce e rende il corpo irriconoscibile dopo alcuni giorni, in acqua si verifica un fenomeno di saponificazione. Questo fenomeno avviene quando i resti rimangono immersi per un lungo periodo e gli acidi grassi si cristallizzano, solidificando parti del corpo che contengono una grande quantità di adipe. Tuttavia, non tutti i cadaveri sperimentano questo fenomeno, dipende dalla quantità di adipe presente nei resti. La saponificazione è influenzata anche dai batteri, in particolare il Clostridium perfringens, che trova l’ambiente ideale per la sua formazione nell’acqua. Questa forma di mummificazione può anche verificarsi in ambienti umidi e con tessuti capaci di trattenere l’umidità. Se le condizioni ambientali rimangono costanti, il corpo può conservarsi per diversi anni. Si stanno ancora facendo studi sulla mummificazione e sulle possibili conseguenze su un cadavere su Marte. Il testo termina menzionando che le piante che crescono vicino ai cadaveri umani hanno una risposta strana.