Negli Stati Uniti, i recenti investimenti miliardari per la creazione di nuove fabbriche e la riduzione della dipendenza dalle fonderie orientali sono un segno evidente di una strategia volta a rafforzare la produzione interna di chip. Nonostante ciò, gli Stati Uniti mantengono una porta aperta per accogliere un importante partner come la TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company), il più grande produttore di chip al mondo, che sta costruendo due fabbriche negli Stati Uniti, a Phoenix, in Arizona.
Il sostegno totale del governo statunitense a questa operazione è motivato dalla volontà di ripristinare la leadership americana nel settore dei semiconduttori. Tuttavia, ci sono anche pochi dubbi sul fatto che tale sostegno sia dettato dalla necessità di evitare problemi di approvvigionamento di chip nel caso in cui la Cina, sempre contraria all’indipendenza di Taiwan, invadesse l’isola. È importante sottolineare che il piano ha subito un ritardo, poiché la TSMC ha dovuto posticipare l’apertura della sua principale fabbrica a Phoenix dal 2024 al 2025 a causa della mancanza di manodopera specializzata, come dichiarato dal presidente della compagnia, Mark Liu.
Secondo Liu, negli Stati Uniti non ci sono abbastanza lavoratori qualificati con le competenze specialistiche richieste per l’installazione di apparecchiature in un impianto di semiconduttori. Questo ritardo nell’inaugurazione della fabbrica principale di Phoenix, che inizialmente si concentrerà sulla produzione di chip a 4 nanometri, è un problema significativo per la TSMC. La società sta affrontando la saturazione delle linee di produzione a causa dell’aumento della domanda di chip per l’intelligenza artificiale, che però non compensa la diminuzione della domanda di altri tipi di chip a causa della recessione del mercato. Questa situazione complessa ha portato a una diminuzione del 10% nelle entrate e del 23% nei profitti nel secondo trimestre di quest’anno.
La fabbrica di Phoenix è di grande importanza, sia per la prima fabbrica che sarà sorvegliata da aziende come AMD e NVIDIA, sia per la seconda fabbrica, che aprirà nel 2026 e si occuperà della produzione di chip a 3 nanometri. Questi chip sono di particolare interesse per Apple, che già si affida in gran parte alle fabbriche di TSMC a Taiwan e desidera produrre chip a 3 nanometri per i suoi dispositivi negli Stati Uniti.
Quindi non sorprende che la TSMC stia affrontando direttamente il problema della manodopera, pianificando l’invio di tecnici da Taiwan per formare la forza lavoro locale. Inoltre, secondo quanto riportato da Nikkei Asia il mese scorso, la TSMC ha già radunato una task force di 500 lavoratori da inviare negli Stati Uniti per facilitare l’installazione di attrezzature specializzate.
Nel complesso, la spesa complessiva per il sito di TSMC in Arizona ammonta a 40 miliardi di dollari, il che rappresenta l’investimento più grande di sempre per lo stato sud-occidentale degli Stati Uniti. Ciò garantirà una produzione complessiva di 600.000 wafer, sufficiente a coprire le richieste degli Stati Uniti nonostante sia il principale cliente di TSMC. È interessante notare che il Nord America contribuisce al 66% delle entrate dell’azienda taiwanese, mentre la Cina rappresenta solo il 12%, e l’EMEA solo il 7%.
rimandata l’apertura della fabbrica di chip di Phoenix
Gli Stati Uniti stanno spendendo miliardi di dollari per creare nuove fabbriche di chip e ridurre la dipendenza dalle fonderie orientali. Tuttavia, mantengono una collaborazione con TSMC, il più grande produttore mondiale di chip, che sta costruendo due fabbriche in Arizona. Questo sostegno del governo americano ha lo scopo di riportare gli Stati Uniti alla leadership nel settore dei semiconduttori e di evitare che un’eventuale invasione di Taiwan da parte della Cina causi problemi di approvvigionamento di chip. Tuttavia, l’apertura della fabbrica principale di Phoenix è stata posticipata al 2025 a causa della mancanza di manodopera specializzata. TSMC prevede di inviare tecnici da Taiwan per formare la forza lavoro locale e ha anche radunato una task force di 500 lavoratori per facilitare l’installazione delle attrezzature. Complessivamente, la spesa per il sito di TSMC in Arizona ammonta a 40 miliardi di dollari e si prevede che la produzione complessiva raggiunga i 600.000 wafer, sufficienti per soddisfare la domanda degli Stati Uniti.