Regime forfettario: la nuova soglia che sta cambiando tutto | Scopri le insidie della normativa e attenzione alle novità!

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In Italia, dal 2015, è stato introdotto un nuovo regime fiscale chiamato “regime forfetario”. Questo regime si rivolge agli operatori economici di dimensioni ridotte e ha comportato alcuni cambiamenti, anche se non sempre positivi. Il regime forfetario prevede semplificazioni per quanto riguarda l’IVA e la contabilità, sostituendo le imposte ordinarie con un’unica imposta determinata in modo forfettario. Fino a poco tempo fa, il limite massimo di ricavi per poter beneficiare di questo regime era di 65.000 euro.

Tuttavia, con l’introduzione di una nuova legge da parte del Governo Meloni, la soglia massima è stata aumentata a 85.000 euro. Questo significa che anche guadagnando 20.000 euro in più, è comunque possibile mantenere il regime forfetario. Considerando i costi forfetizzati e i ridotti adempimenti richiesti da questo regime, potrebbe risultare più vantaggioso rispetto al regime di contabilità semplificata.

In generale, le attività d’impresa o di lavoro autonomo sono solitamente le più vantaggiate dal regime forfetario, in quanto gestite con costi inferiori rispetto alla percentuale di redditività prevista dalla norma. Di conseguenza, un numero sempre maggiore di contribuenti decide di aderire a questo regime.

Per i titolari di partita IVA già in attività, l’adesione al regime forfetario avviene automaticamente, senza bisogno di comunicazione agli uffici dell’Amministrazione finanziaria. L’uscita dal regime può avvenire volontariamente e tacitamente, anche se non viene superato il limite massimo di fatturato. Tuttavia, se viene superato il limite massimo, l’uscita dal regime diventa obbligatoria.

La Legge di Bilancio del 2023 ha introdotto una nuova causa che prevede l’uscita immediata dal regime forfetario nel caso in cui i ricavi o i compensi percepiti superino i 100.000 euro.

Una delle principali conseguenze di superare la soglia del regime forfetario è l’applicazione dell’IVA sulle operazioni effettuate oltre il limite. Per i soggetti che superano la soglia di 85.000 euro ma non quella di 100.000 euro, l’uscita dal regime avverrà a partire dall’anno successivo.

Nonostante il cambiamento della soglia, gli altri criteri stabiliti per accedere al regime forfetario rimangono invariati. Ad esempio, non è possibile aver sostenuto nel precedente anno spese per lavoro dipendente o collaboratori superiori a 20.000 euro lordi. Inoltre, non è possibile aver percepito redditi da lavoro dipendente o pensione per importi superiori a 30.000 euro nel precedente anno. Infine, i soggetti inquadrati nel regime forfetario non possono partecipare a società di persone o associazioni, né detenere partecipazioni di controllo in società di capitali.

Regime forfettario: cambia tutto | Attenzione alla nuova soglia e alle insidie della normativa

In Italia esiste il regime forfetario, introdotto nel 2015 e modificato nel 2016, destinato agli operatori economici di ridotte dimensioni. Questo regime prevede semplificazioni per quanto riguarda l’IVA e la contabilità, stabilendo una determinazione forfetaria del reddito soggetto a un’unica imposta anziché alle imposte ordinarie. Fino a poco tempo fa, la soglia massima di ricavi consentita era di 65.000 euro, ma il Governo Meloni ha introdotto una nuova soglia di 85.000 euro. Questo permette ai contribuenti di mantenere il regime forfetario anche guadagnando 20.000 euro in più. In generale, le attività d’impresa o di lavoro autonomo che gestiscono un ammontare di costi inferiore alla percentuale di redditività riconosciuta dalla norma sembrano essere le più avvantaggiate da questo regime. L’adesione al regime forfetario per i titolari di partita IVA già in attività avviene senza bisogno di comunicazione agli uffici dell’Amministrazione finanziaria, mentre l’uscita dal regime può avvenire volontariamente o forzatamente nel caso in cui venga superato il limite massimo di fatturato. La legge di Bilancio 2023 ha introdotto una nuova causa di uscita dal regime nel caso in cui i ricavi compensi percepiti superino i 100.000 euro. È importante sottolineare che il superamento della soglia di 85.000 euro comporta l’applicazione dell’IVA sulle operazioni effettuate oltre il limite. Non sono stati modificati gli altri parametri per accedere al regime forfetario, tra cui non aver sostenuto spese per lavoro dipendente superiori a 20.000 euro lordi nell’anno precedente, non aver percepito redditi da lavoro dipendente o pensione superiori a 30.000 euro nell’anno precedente, e non partecipare a società di persone o detenere partecipazioni di controllo in società di capitali.