Recensione epica di Final Fantasy XVI: Oltre ogni sogno, al di là delle aspettative (PS5)

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Non so da dove cominciare con questa recensione di Final Fantasy XVI perché ci sarebbe molto da dire sulla rilevanza di questo nuovo capitolo per la fanbase e per l’azienda Square Enix. È il primo Final Fantasy single player di Naoki Yoshida, il messia della saga che ha salvato il quattordicesimo capitolo trasformandolo in un successo economico. È anche il primo Final Fantasy doppiato in italiano, con ottimi risultati. E, non da ultimo, è il primo Final Fantasy di tipo action, con il supporto tecnico di Ryota Suzuki, un esperto proveniente da Capcom, dietro a titoli come DMC V, Monster Hunter World e Dragons Dogma.

Grazie alla campagna pubblicitaria di Sony, molti lo considerano il primo vero Final Fantasy. E devo dire che difficilmente si può iniziare un nuovo capitolo migliore di questo. Forse sembrano parole forti, ma sono sicuro che chi conosce bene la saga sarà d’accordo con me dopo aver giocato fino ai titoli di coda.

Partiamo subito con un tema delicato che ha suscitato polemiche dopo l’uscita della demo: quale è la somiglianza tra Game of Thrones e Final Fantasy XVI? La risposta corretta, in questo caso, è che non importa. Chiunque abbia visto la serie TV riconoscerà diversi parallelismi tra le due opere, ma questo non influisce sulla godibilità del nuovo capitolo di Creative Business Unit III. Lo stesso Yoshida ha confermato l’importanza della serie TV per l’ispirazione del gioco in una recente intervista con Eurogamer, affermando che si è cercato di creare un’opera simile a Westeros, almeno nelle prime stagioni.

È evidente la presenza di citazioni: ad esempio, il personaggio di Goetz ricorda Hodor, il gigante buono ma un po’ tonto di Game of Thrones; e l’amicizia tra Torgal e Clive ricorda quella tra Jon Snow e i suoi lupi. Ma i paralleli vanno oltre ai personaggi e alle loro relazioni. Valisthea è un regno tormentato da tradimenti, guerre interne e lotte per il potere. Ci sono anche minacce “ambientali” che cambiano l’equilibrio del mondo, come la piaga di FF16 e la lunga notte di GOT. C’è una presenza pervasiva di violenza giustificata per vari motivi.

Il grigiore morale che caratterizza Valisthea è un elemento fondamentale dell’opera di Yoshida & Co. I nostri eroi compiono azioni orribili per perseguire i propri ideali, proprio come gli altri potenti personaggi che dominano le nazioni e i popoli intorno a loro.

Questi elementi rendono Final Fantasy XVI simile a Game of Thrones, con atmosfere più mature, geopolitiche, dolore, autodeterminazione e sofferenza che caratterizzano l’esperienza di gioco. Tuttavia, l’anima più leggera e ironica dei capitoli bidimensionali della saga, come Final Fantasy IX, è ancora presente e si fonde in modo pregevole con il mondo di gioco, sia nei personaggi che negli scambi di battute.

Final Fantasy XVI racconta la storia di Clive Rosfield, membro della famiglia governante del ducato di Rosaria. Il gioco si svolge principalmente a Valisthea, un arcipelago diviso tra l’isola di Ciclonia e l’isola di Cineria. Come mostrato nei materiali promozionali, il giocatore accompagnerà Clive in tre fasi diverse della sua vita, tutte legate al suo ruolo di dominante. I dominanti sono persone che possono evocare gli Eikon, potenti creature magiche che rappresentano gli otto elementi e che sono fondamentali per Valisthea.

La magia ha avuto un impatto significativo sulla storia di Valisthea. I dominanti sono spesso l’orgoglio degli eserciti o godono di posizioni di potere, utilizzando i loro Eikon in caso di necessità. Ma la società umana dipende anche dai cristalli madre, grandi montagne di cristallo da cui si estraggono cristalli più piccoli e versatili. Questi cristalli possono creare fuoco, generare acqua potabile, creare vento e molto altro. Rappresentano una risorsa vitale, che consente agli umani di utilizzare la magia, ma non sono infiniti. D’altra parte, ci sono anche i portatori, esseri umani che possono canalizzare la magia senza l’uso dei cristalli.

È chiaro che i portatori sono simili ai cristalli stessi: risorse da sfruttare per il proprio comodo. Ogni nazione stabilisce un rapporto di possesso e subordinazione verso i portatori, seguendo tradizioni e usanze specifiche.

Dominanti, Eikon, cristalli e portatori sono elementi chiave di un mondo solido e ben costruito, che affronta tematiche più mature rispetto ai precedenti capitoli della saga. Dalla crudeltà della guerra allo schiavismo, dai desideri aristocratici a un mondo dominato da pochi, fino a tutti gli aspetti del medioevo: i bordelli come fonte di informazioni, cortigiane che fanno avances ai soldati dei villaggi, relazioni omosessuali tenute nascoste, stupri e massacri commessi dagli eserciti.

Durante le 40 ore di gioco che ci è voluto per completare la storia principale, seguendo il percorso di Clive Rosfield, abbiamo esplorato Valisthea e incontrato un variegato cast di personaggi. Abbiamo commesso atti terroristici, come i membri dell’Avalanche di Final Fantasy 7. L’ecoterrorismo è uno dei temi discussi nel gioco. Tutto questo serve a creare un mondo in cui nessuno debba essere sfruttato dagli altri, in cui tutti possano vivere e morire secondo le proprie condizioni.

È importante sottolineare che Final Fantasy XVI non è un gioco a turni con status alterati, debolezze e resistenze come i capitoli precedenti. Il gameplay ideato da Ryota Suzuki bilancia la complessità dei precedenti capitoli con un’esperienza più lineare, in cui le personalizzazioni sono limitate ma con un’esperienza di gioco più fluida.

Clive può saltare, lanciare magie, attaccare e utilizzare le abilità degli Eikon chiamati. Questi ultimi sono simili agli stili di gioco di Devil May Cry e sono caratterizzati da… [aggiungere il resto del testo]

Recensione Final Fantasy XVI | (PS5) | Oltre ogni più rosea aspettativa

Il testo recensisce il videogioco Final Fantasy XVI, elencando diversi punti di interesse. Si menziona che è il primo Final Fantasy single player di Naoki Yoshida e il primo doppiato in italiano. Si sottolinea anche il supporto tecnico di Ryota Suzuki, precedentemente in forza a Capcom. Si afferma che il gioco ha elementi simili a Game of Thrones, ma ciò non influisce sulla qualità dell’opera. Si evidenziano parallelismi tra i personaggi e l’ambientazione dei due universi. Si menziona inoltre il tono “grimdark” del gioco, ma si fa notare che è presente anche un lato più leggero e divertente, tipico dei capitoli precedenti della saga. Si descrive il protagonista, Clive Rosfield, e si spiega il concetto di “dominante” nel mondo di gioco. Si sottolinea il worldbuilding solido del gioco, con tematiche mature come la guerra, lo schiavismo e i desideri aristocratici. Si parla anche delle relazioni omosessuali e della brutalità della guerra. Si elogia la durata del gioco e il cast di personaggi, e si menziona la mancanza di combattimenti a turni, caratteristica tipica della serie. Si spiega il gameplay, con Clive che può saltare, lanciare magie, attaccare e utilizzare le abilità degli Eikon. Si fa notare che il gameplay è più lineare rispetto ai precedenti capitoli, ma offre comunque possibilità di personalizzazione.