Con la fine del Reddito di cittadinanza, in vigore dal primo agosto, l’INPS ha pubblicato una pagina dedicata al tema per chiarire quali entrate saranno garantite a coloro che non possono più beneficiare dell’aiuto. Attualmente ci troviamo in una fase transitoria, in attesa dell’introduzione definitiva dell’assegno di inclusione e del Servizio Formazione Lavoro (SFL).
Tutti i percettori del RdC considerati non occupabili riceveranno l’assegno di inclusione. Gli occupabili, ovvero i cittadini tra i diciotto e i cinquantanove anni senza disabili a carico, che hanno usufruito del sussidio per sette mesi nel 2023, perderanno il sostegno e potranno beneficiare di un massimo di 350 euro per un anno, all’interno del Servizio Formazione Lavoro.
Tuttavia, in alcuni casi critici, alcuni di questi occupabili saranno presi in carico dai servizi sociali fino al 31 dicembre 2023, in modo da garantire un’entrata continua. È importante sottolineare che i nuclei familiari con componenti avviati ai Centri per l’Impiego non rientrano in questa presa in carico.
Per le famiglie che manifestano difficoltà economiche, minori, disabili o anziani e per quelle che sono prese in carico dai servizi sociali, il vecchio reddito rimarrà invariato fino alla fine del 2023.
Dal primo gennaio 2024, i nuclei familiari che includono persone disabili, minorenni o con almeno sessant’anni potranno ottenere l’ADI, ovvero l’assegno di inclusione, una nuova misura di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale, che presenta una somiglianza economica con il RdC.
Secondo i dati dell’INPS, più di 160.000 famiglie beneficiarie del reddito o delle pensioni di cittadinanza hanno ricevuto un SMS dal’INPS che notifica la sospensione del sussidio. L’ultima rata è stata erogata il 27 luglio. Almeno 88.000 famiglie potrebbero, in teoria, riottenere immediatamente il RdC attraverso la presa in carico dei servizi sociali.
La comunicazione riguardante la presa in carico avviene tramite una piattaforma chiamata GePi, anche se sembra che sia prevista la comparsa di problemi tecnici. Gli altri beneficiari dovranno invece accontentarsi di 350 euro al mese per dodici mensilità, ma solo a partire da settembre.
Per accedere a questi fondi, è necessario partecipare a progetti utili alla collettività o a percorsi di formazione tramite la piattaforma Siisl, che al momento non è ancora attiva. In alternativa, è possibile iscriversi ai programmi nazionali per la Garanzia Occupabilità Lavoratori.
Per richiedere l’assegno di inclusione, è necessario rivolgersi all’INPS o ai patronati, con un ISEE inferiore a 30.000 euro e un valore del patrimonio mobiliare inferiore a 6.000 euro. L’assegno sarà però più consistente e, per legge, non potrà essere inferiore a 480 euro al mese. L’integrazione al reddito può arrivare fino a 6.000 euro all’anno.
RdC: arrivano finalmente i soldi sostituivi e non sono pochi | Ultimissime novità dal Governo
Con la fine del Reddito di cittadinanza (RdC) a partire dal primo agosto, l’INPS ha chiarito quali entrate saranno garantite a coloro che non potranno più beneficiare dell’aiuto. Si è nella fase transitoria che precede l’introduzione definitiva dell’assegno di inclusione e del Servizio Formazione Lavoro (SFL). Tutti i percettori del RdC considerati non occupabili riceveranno l’assegno di inclusione. Gli occupabili, invece, perderanno il sostegno e potranno beneficiare di un massimo di 350 euro all’anno all’interno del Servizio Formazione Lavoro. Alcuni occupabili, nei casi più critici, saranno presi in carico dai servizi sociali fino al 31 dicembre 2023. Il vecchio reddito rimarrà invariato fino alla fine del 2023 per le famiglie con difficoltà di reddito, minori, disabili o anziani, nonché per quelle prese in carico dai servizi sociali. Dal primo gennaio 2024, le famiglie con disabili, minori o persone con almeno sessant’anni potranno beneficiare dell’assegno di inclusione (ADI), una misura simile al RdC. Secondo l’INPS, più di 160.000 famiglie hanno ricevuto la comunicazione della sospensione del sussidio. Almeno 88.000 famiglie potrebbero riottenere il RdC con la presa in carico dai servizi sociali. L’attivazione della presa in carico avviene tramite la piattaforma GePi, tuttavia si prevedono problemi tecnici. Gli altri percettori dovranno accontentarsi di 350 euro al mese a partire da settembre. Per ottenere questi soldi bisogna impegnarsi in progetti utili alla collettività o percorsi di formazione attraverso la piattaforma Siisl. Per richiedere l’assegno di inclusione si deve rivolgersi all’INPS o ai patronati, con un ISEE inferiore ai 30.000 euro e un valore del patrimonio mobiliare inferiore ai 6.000 euro. L’assegno non può essere inferiore a 480 euro al mese.