Prescrizione dell’eredità: le nuove regole che stanno sfuggendo a tutti | Aggiornati e proteggi ciò che ti spetta!

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La prescrizione dell’eredità si verifica quando non si accetta entro i termini prestabiliti dalla legge. Da un punto di vista legislativo, si fa riferimento all’eredità quando si parla di una successione a titolo universale del patrimonio e dei rapporti attivi e passivi del defunto, ovvero della persona morta. Il soggetto che ha il diritto all’eredità di un defunto non ottiene automaticamente il patrimonio di quest’ultimo.

Infatti, la legge stabilisce che ci debba essere l’accettazione dell’eredità, che è un vero e proprio negozio giuridico, con il quale un soggetto acquisisce il diritto all’eredità con effetto a decorrere dal giorno dell’apertura della successione. L’eredità non deve obbligatoriamente essere accettata. La legge, infatti, prevede la rinuncia dell’eredità che comporta la perdita della qualità di erede con effetto retroattivo. In pratica, il rinunciante perde subito la possibilità di esercitare i propri poteri indicati negli articoli 460 e 486 del Codice Civile.

Il termine utile per accettare l’eredità è stato fissato dalla legge e decorre dal giorno dell’apertura della successione, che coincide con la morte del defunto. A tal proposito, la legge è piuttosto chiara: l’erede perde il diritto ad accettare l’eredità trascorsi 10 anni dall’apertura della successione. In sostanza, dopo un decennio dall’apertura della morte del defunto, è come se l’erede rinunciasse all’eredità. Di conseguenza, egli non ha più la possibilità di accedere al patrimonio né ai rapporti attivi e passivi del defunto.

La rinuncia dell’eredità può avvenire in due modi: con la comunicazione al notaio o al cancelliere del tribunale o non accettando l’eredità entro il tempo previsto dalla legge. A differenza dell’accettazione, la rinuncia può essere oggetto di revoca, ma anche in questo caso è necessario rispettare il termine dei dieci anni dalla morte del defunto e occorre che il patrimonio non sia già stato diviso completamente tra gli altri eredi.

È opportuno fare attenzione al concetto di accettazione tacita dell’eredità. Infatti, secondo la disciplina italiana, se entro i dieci anni dall’apertura della successione l’erede compie degli atti di gestione e straordinaria del patrimonio del defunto, come ad esempio la vendita o l’acquisizione di beni, egli viene considerato “accettatario” dell’eredità.

Ad ogni modo, non conviene accettare l’eredità quando questa è costituita da debiti pesanti nel patrimonio del defunto, ovvero quando i debiti superano i crediti.

Prescrizione dell’eredità: attenzione alle nuove regole | La normativa che quasi tutti ignorano

La prescrizione dell’eredità si verifica quando non si accetta entro i termini stabiliti dalla legge. La legge definisce l’eredità come una successione universale del patrimonio e dei rapporti attivi e passivi della persona deceduta. Il soggetto che ha il diritto all’eredità non ottiene automaticamente il patrimonio del defunto, ma deve accettare l’eredità tramite un negozio giuridico che gli conferisce il diritto dalla data di apertura della successione. La legge prevede anche la possibilità di rinunciare all’eredità, il che comporta la perdita della qualità di erede con effetto retroattivo. Il termine per accettare l’eredità è fissato dalla legge e decorre dalla data di apertura della successione, che corrisponde alla morte del defunto. Dopo 10 anni dalla data di apertura della successione, l’erede perde il diritto di accettare l’eredità, quindi equivale a rinunciarvi. La rinuncia può avvenire mediante comunicazione al notaio o al cancelliere del tribunale, o semplicemente non accettando l’eredità entro il tempo previsto dalla legge. La rinuncia può essere revocata entro i 10 anni dalla morte del defunto, a condizione che il patrimonio non sia già stato completamente diviso tra gli altri eredi. È importante fare attenzione all’accettazione tacita dell’eredità, poiché se l’erede compie atti di gestione e disposizione straordinaria del patrimonio del defunto entro i 10 anni dalla morte, viene considerato quale accettatario dell’eredità. In ogni caso, non conviene accettare un’eredità che è costituita principalmente da debiti, ovvero quando i debiti superano i crediti.