Pensioni di vecchiaia ed invalidità: la terribile doppia mazzata che ha già colpito | Scopri la rabbia dei cittadini

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Nei prossimi mesi i contribuenti dovranno fare i conti con alcune modifiche spiacevoli riguardanti le pensioni di reversibilità, di vecchiaia e di invalidità. Attualmente, il Governo e i sindacati stanno discutendo possibili modifiche alle principali prestazioni pensionistiche, in particolare agli strumenti di pensione anticipata. Tuttavia, prima della fine dell’anno potrebbero esserci delle inattese e negative modifiche relative agli importi delle pensioni.

In particolare, è prevista una rivalutazione annuale inferiore rispetto all’andamento dell’inflazione e dell’indice dei prezzi al consumo comunicato dall’ISTAT. Queste misure riguardano le pensioni di vecchiaia, di invalidità e di reversibilità. Pertanto, per il prossimo anno è previsto un ricalcolo delle prestazioni pensionistiche più basso rispetto a quanto ci si aspettava inizialmente sulla base dell’inflazione e del costo della vita. Di conseguenza, gli aumenti degli assegni saranno molto più modesti. Tuttavia, questo non è l’unico cambiamento riguardante le pensioni di vecchiaia, di reversibilità e di invalidità.

Il Governo ha comunicato le nuove percentuali di rivalutazione per la perequazione delle principali prestazioni. A partire da quest’anno, non ci sono più tre percentuali, ma ben sei, che diminuiscono al crescere dell’importo della pensione.

Per il 2023, quindi, le percentuali di rivalutazione delle pensioni saranno le seguenti:

– 100%, per le prestazioni fino a 4 volte il minimo (2.100 euro lordi mensili);
– 85%, per gli assegni fino a 5 volte il minimo (2.626 euro lordi al mese);
– 53%, per le pensioni fino a 6 volte il minimo (3.150 euro lordi mensili);
– 47%, per gli assegni fino a 8 volte il minimo (4.200 euro lordi mensili);
– 37%, per le prestazioni fino a 10 volte il minimo (5.250 euro lordi mensili);
– 32%, per gli assegni superiori a 10 volte il minimo.

Ad eccezione delle pensioni più basse, gli aumenti saranno pressoché insignificanti, anche se interesseranno tutti i percettori di pensioni di vecchiaia, di invalidità e di reversibilità. È molto probabile che queste percentuali rimarranno in vigore anche per il 2024.

Dal prossimo gennaio, infatti, ci sarà una nuova rivalutazione annua, ma tenendo conto degli indici degli ultimi mesi del 2023. Secondo le previsioni relative all’inflazione e all’andamento dei prezzi al consumo comunicato dall’ISTAT, che si basano sui dati di novembre e dicembre 2023, è previsto un leggero aumento dell’indice di rivalutazione, che passerà dal 7,3% all’8,1%.

Tuttavia, questa percentuale maggiore rispetto all’anno in corso non garantirà adeguati incrementi delle prestazioni pensionistiche. Infatti, i contribuenti riceveranno aumenti irrisori, pari a pochi euro (2 o 4, in alcuni casi), che verranno accreditati all’inizio del 2024.

Pensioni di vecchiaia ed invalidità arriva le terribile doppia mazzata già approvata | Rabbia

Nei prossimi mesi i contribuenti dovranno fare i conti con spiacevoli novità relative a pensioni di reversibilità, di vecchiaia e di invalidità. Si sta discutendo su possibili modifiche alle prestazioni pensionistiche, in particolare agli strumenti di pensione anticipata, prima della prossima Legge di Bilancio. Potrebbero esserci delle modifiche inattese e negative relative agli importi delle pensioni entro la fine dell’anno. Ci sarà una rivalutazione annua inferiore rispetto all’inflazione e all’indice dei prezzi al consumo comunicato dall’ISTAT per le pensioni di vecchiaia, di invalidità e di reversibilità. Il prossimo anno è atteso un ricalcolo delle prestazioni più basso di quello previsto in relazione all’inflazione e al costo della vita. Il Governo ha comunicato nuove percentuali di rivalutazione per la perequazione delle principali prestazioni, che diminuiscono all’aumentare dell’importo della pensione. Gli aumenti delle pensioni con la rivalutazione saranno pressoché insignificanti, ad eccezione delle pensioni più povere. Il prossimo gennaio ci sarà una nuova rivalutazione annua, ma con un leggero aumento dell’indice di rivalutazione. I contribuenti riceveranno aumenti irrisori, pari a pochi euro, ad inizio 2024.