Nuove prospettive per la pensione degli italiani nel 2024. Dalla riunione tra sindacati e Governo sono emerse tre diverse possibilità che non erano mai state prese in considerazione in precedenza.
La riforma delle pensioni tarderà ad arrivare, ma nel frattempo stanno prendendo piede nuove ipotesi. I lavoratori italiani stanno chiedendo una revisione del sistema pensionistico e l’introduzione di formule strutturali e flessibili. Il Governo sta lavorando con i sindacati per pianificare queste modifiche, ma ci sono molte questioni da considerare, la prima delle quali è la mancanza di risorse.
Lo scorso 26 giugno il dibattito è ripreso dopo diversi mesi di attesa. A breve, il governo dovrà iniziare a delineare la prossima Legge di Bilancio e alcune novità relative al pensionamento dovranno essere inserite per evitare che torni in vigore la Legge Fornero. Fino ad ora, le ipotesi riguardavano principalmente la proroga della Quota 103 o della Quota 41 per tutti. Quasi certamente, l’APE Sociale verrà confermata, ma ci sono stati dubbi sulla proroga dell’Opzione Donna. Ora, però, emergono possibili modifiche a quest’ultima opzione. Quali?
Il 31 dicembre 2023 scadrà l’Opzione Donna. Se verrà prorogata, subirà ulteriori modifiche. Va ricordato che la Legge di Bilancio 2023 ha limitato i beneficiari di questa misura. Possono accedervi solo le lavoratrici licenziate o assunte in aziende in crisi, le caregiver da almeno sei mesi e le invalide con almeno il 74% di disabilità.
Il requisito contributivo è di 35 anni, mentre quello anagrafico è di 60 anni per le donne senza figli, 59 anni per chi ha avuto un figlio e 58 anni per chi ne ha due. Possono andare in pensione anche le lavoratrici che hanno maturato i vecchi requisiti (58 anni se dipendenti e 59 anni se autonome) entro il 31 dicembre 2022 per la cristallizzazione del diritto.
Come sarà l’Opzione Donna nel 2024? Una prima opzione prevede di confermare la misura così com’è oggi, con i requisiti restrittivi che sono stati tanto criticati. Una seconda possibilità riguarda un ritorno al passato, con i requisiti richiesti nel 2022. Infine, ci sarebbe una terza opzione, una vera e propria novità.
Questa terza opzione consentirebbe l’uscita in pensione a tutte le lavoratrici, indipendentemente dai figli avuti o dalla categoria di appartenenza, tra i 61 e i 63 anni, sempre maturando i 35 anni di contributi. Come requisito anagrafico, quindi, si avvicinerebbe all’APE Sociale. Non c’è alcun accenno all’attuale obbligo per le donne che scelgono l’Opzione Donna di accettare il sistema di calcolo contributivo, pur rientrando nel sistema misto o retributivo. Questo sistema penalizza l’importo dell’assegno pensionistico (si perde tra il 10% e il 30% dell’importo). Questa penalizzazione continuerà ad essere prevista?
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Il testo parla degli scenari per la pensione degli italiani nel 2024, a seguito dell’incontro tra sindacati e Governo. Vengono considerate tre possibilità mai prese in considerazione prima. I lavoratori italiani chiedono una riforma del sistema pensionistico che introduca formule strutturali e flessibili, ma ci sono molte limitazioni, in particolare la mancanza di risorse. Negli ultimi mesi, sono state prese in considerazione diverse ipotesi, come la proroga di Quota 103 o Quota 41 per tutti, e quasi certamente verrà confermata l’APE Sociale. Tuttavia, sono sorte delle incertezze sulla proroga di Opzione Donna, con possibili modifiche. Opzione Donna è una misura che consente alle lavoratrici di andare in pensione a determinate condizioni. Attualmente, possono accedervi solo le lavoratrici licenziate o assunte in aziende in crisi, caregiver da almeno sei mesi e le invalide con almeno il 74% di disabilità. Tuttavia, il requisito anagrafico è di 60 anni per le donne senza figli, 59 anni per chi ha avuto un figlio e 58 anni per chi ha due figli. Ci sono tre possibili scenari per Opzione Donna nel 2024: confermare la misura con i requisiti attuali, tornare ai requisiti richiesti nel 2022 o introdurre una terza opzione che permetta l’uscita a tutte le lavoratrici tra i 61 e i 63 anni, maturando almeno 35 anni di contributi. Non ci sono informazioni sul sistema di calcolo contributivo nel caso di Opzione Donna, che attualmente penalizza l’assegno pensionistico.