Master Detective Archives: Rain Code | Scopri la Recensione di Questo Coinvolgente Giallo

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“Delirante, artisticamente ispirato e dannatamente complicato da descrivere con delle semplici parole. Questa potrebbe essere la frase migliore per illustrarvi, con poche parole, cosa aspettarvi da Master Detective Archives: Rain Code.”

Certiamente, Master Detective Archives: Rain Code è un gioco che stupisce, con una trama delirante e un’ispirazione artistica unica. Scegliere le giuste parole per descriverlo può essere un compito difficile. E non è un caso, considerando che dietro le quinte di questo gioco esclusivo per Nintendo Switch ci sono i creatori di Danganronpa.

La nuova creazione di Spikesoft è un gioco che non può essere facilmente ricondotto ad un genere specifico, poiché mescola elementi investigativi, mini giochi di ogni tipo, atmosfere da “punta e clicca” e il tipico ritmo delle visual novel di stampo noir. Il gioco è pervaso da pioggia, malinconia e sudiciume. È una produzione che sorprende fin dalle prime battute, grazie ad un comparto artistico ispirato, al fanservice, alle numerose citazioni alla cultura pop e ad un estro creativo che colpisce davvero ogni pixel.

Ma Master Detective ha anche dei punti critici da non sottovalutare e che, proprio a causa del suo ritmo lento, potrebbero portare molti giocatori ad abbandonarlo. Questo sarebbe un vero e proprio delitto commesso verso se stessi. Ad esempio, potrebbe causare amnesia.

Non avrebbe senso ora descrivere nei dettagli perché la trama di Master Detective merita di essere vissuta da tutti gli amanti dei gialli noir. L’ultima creazione di Spikesoft è un thriller ricco di colpi di scena e di indagini ben congegnate. Ogni elemento, al di fuori del breve canovaccio introduttivo, potrebbe rivelarsi un’anticipazione spiacevole per gli amanti del genere, rovinando completamente l’esperienza. Gli sceneggiatori si sono impegnati sin dal lungo prologo del gioco a creare una serie di avvenimenti, grandi e piccoli, che verranno costantemente stravolti durante tutta la storia.

In un mondo in cui l’organizzazione mondiale dei detective cerca persone con poteri sovrannaturali per addestrarle e farle diventare Maestri Detective, una multinazionale senza scrupoli, la Amaterasu Corporation, detiene il controllo totale della città di Kanai Ward. Questa città, con la pioggia incessante da tre anni, ha le comunicazioni esterne interrotte, la polizia è al soldo della corporazione e non c’è spazio per la professione di detective. Il numero di crimini irrisolti è sorprendentemente alto. Di fronte alle attività poco chiare dell’Amaterasu Corporation, l’Ordine Mondiale dei Detective invia una delegazione di agenti a Kanai Ward per indagare sulla corporazione di persona.

Il protagonista della storia, Yuma, è uno dei detective di questa delegazione, anche se si risveglia senza memoria nel deposito oggetti smarriti della stazione ferroviaria da cui deve prendere il treno per Kanai Ward. Accompagnato solo dai dubbi sulla sua vera identità, dalle sue incredibili abilità investigative e da una divinità della morte chiamata Shinigami, Yuma intraprende il suo viaggio verso Kanai Ward alla ricerca dei suoi ricordi e della verità sulle azioni dell’Amaterasu Corporation.

La storia di Master Detective è indubbiamente affascinante e riesce a intrattenere fino alla fine con colpi di scena eccellenti e una scrittura di ottima qualità nella maggior parte dei casi. L’unica vera problematica della sceneggiatura di Spikesoft risiede nel voler complicare eccessivamente alcuni casi, cercando di non confermare le sospettate del giocatore e proponendo delle soluzioni troppo estreme che rischiano di sfociare nella fantascienza. Questo avrebbe potuto essere evitato, mantenendo comunque una trama valida.

Tuttavia, le piccole lacune della sceneggiatura sono compensate da un’eccezionale direzione artistica che, con doppi sensi e citazioni alla letteratura investigativa, alla cultura pop e agli eroi dei manga, riesce costantemente a strappare un sorriso a chiunque abbia una minima conoscenza in materia.

Come accennato all’inizio, il gameplay di Master Detective è tutto fuorché tradizionale. Il gioco attinge da molti generi, proponendo una serie di situazioni sorprendenti nelle prime ore di gioco, ma che purtroppo possono diventare tediose nel lungo periodo. Il gioco si divide in due modalità principali: le fasi esplorative/investigative e i labirinti dei misteri.

Nelle prime fasi, Yuma può muoversi liberamente all’interno dei vari ambienti di gioco e utilizzare la telecamera per cercare indizi, prove e oggetti in ogni angolo, così come può parlare con i diversi personaggi che incontra lungo il percorso. Queste fasi richiamano il classico stile “punta e clicca” e, sebbene l’interattività sia ridotta al minimo, si adattano perfettamente ad un gioco investigativo.

Quando Yuma ha abbastanza indizi, l’azione si sposta nei labirinti dei misteri associati a ciascun caso. Qui, il protagonista si trova di fronte a una serie di minigiochi di diverso tipo, che sono fondamentali per risolvere il caso. Nel labirinto del mistero, Yuma ha con sé una spada con una serratura nell’elsa. Qui, può inserire le chiavi rappresentate da indizi raccolti durante le investigazioni per “tagliare” le obiezioni che incontra. I labirinti dei misteri hanno un design psichedelico e si modificano in base alle azioni di Yuma. All’interno, il protagonista può incontrare versioni distorte e demon

Master Detective Archives: Rain Code | Recensione

Master Detective Archives: Rain Code è un gioco per Nintendo Switch creato dai creatori di Danganronpa. È un titolo delirante e artistico che mescola elementi investigativi, mini giochi di ogni tipo, atmosfere noir e visual novel. Ambientato in una metropoli piovosa, controllata da una multinazionale senza scrupoli, il protagonista Yuma, un detective senza memoria, cerca la verità dietro le operazioni dell’azienda. La storia è ricca di colpi di scena e ben scritta, anche se a volte i casi sono troppo complicati e fantascientifici. La direzione artistica è sopra le righe, con doppi sensi, citazioni e riferimenti alla cultura pop. Il gameplay è fuori dagli schemi, con fasi esplorative, investigazioni e minigiochi nei labirinti. Tuttavia, le numerose cutscene non skippabili possono diventare snervanti e la gestione dei dialoghi potrebbe non soddisfare tutti i giocatori. Nonostante ciò, il gioco è in grado di intrattenere fino alla fine.