Lotta per un futuro dignitoso: il Governo alza il tiro per garantire pensioni più elevate | Ultima chiamata per trovare i fondi necessari

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Il governo sta attualmente lavorando per prendere in considerazione alcune misure volte a favorire una categoria spesso oppressa: i pensionati. La ricerca di una riserva di 14 miliardi di euro sta portando ad un’intensa analisi mirata a fornire sollievo ai pensionati, che stanno subendo gli effetti dei crescenti costi di vita, al fine di riconquistare il potere d’acquisto eroso dall’accelerazione vertiginosa dell’inflazione.

La spesa familiare sembra essere costantemente intrappolata oltre il 12%. Il governo si sta avvicinando a un autunno ad alto livello di tensione, soprattutto per quanto riguarda le pensioni. Accanto alle complessità della legge Fornero, che richiede una soluzione per i pensionamenti anticipati, emerge una grande sfida nel dialogo con le parti sociali: il recupero dell’inflazione.

L’intero processo di rivalutazione in relazione all’aumento dei prezzi (con un tasso di inflazione del 5,6% secondo i dati Istat di giugno) potrebbe tradursi, secondo quanto affermano gli esperti che stanno lavorando su questa problematica, in uno scoperto di 14 miliardi di euro. Tuttavia, è probabile che per l’anno prossimo venga elaborata una strategia graduale di adeguamento che protegga le pensioni meno generose, pur limitando il recupero per quelle più sostanziose. Inoltre, di fronte alla necessità di coprire l’effetto dell’inflazione, i margini di manovra potrebbero ridursi e le misure attuali come l’Ape sociale e la quota 103 (che richiedono 41 anni di contributi e almeno 62 anni di età) e l’Opzione donna potrebbero rimanere invariate, subendo solo lievi modifiche. Ciò perché il monitoraggio dei flussi di pensionamento mostra una netta diminuzione degli accessi nel primo semestre del 2023 rispetto al 2022.

Nel frattempo, ad inizio luglio, è giunta la fine dell’attesa per i pensionati con trattamento minimo. Finalmente, gli incrementi fissati dal governo con la legge di Bilancio alla fine del 2022, che ha stabilito un tasso di rivalutazione del 6,4% per il 2023 per i pensionati di età superiore ai 75 anni e dell’1,5% per gli altri, sono entrati in vigore. Questo aumento si aggiunge al recupero dell’inflazione. Pertanto, nel 2023, gli assegni minimi saliranno da 563,74 a 599,82 euro per chi supera i 75 anni e a 572,20 euro per gli altri.

Per coloro che ricevono meno dell’importo minimo e non hanno diritto a integrazioni, gli aumenti percentuali saranno applicati alle somme che spettano loro. Tutte queste correzioni, finanziate da un fondo di circa 400 milioni di euro, entreranno in vigore a partire dal primo gennaio. Ciò implica che a luglio, i pensionati interessati riceveranno non solo l’assegno aumentato, ma anche sei mesi di arretrati relativi alle mensilità da gennaio a giugno. È importante sottolineare che gli aumenti previsti per quest’anno sono temporanei e non strutturali.

Nel 2024, infatti, saranno aboliti e al loro posto verrà introdotto un incremento percentuale del 2,7%, indipendentemente dall’età dei beneficiari. Questo rappresenta un miglioramento effettivo per coloro che hanno meno di 75 anni, ma un passo indietro per gli altri. Tuttavia, una variabile ulteriore entrerà in gioco: a partire da gennaio 2024, per la maggior parte dei pensionati verrà attuato un nuovo adeguamento all’inflazione che, includendo anche il recupero non riconosciuto nel 2023, dovrebbe superare il 6%.

Aumento e rivalutazione pensioni: il Governo cerca i fondi, resta poco tempo | Sviluppi e ipotesi

Il governo sta lavorando per aiutare i pensionati, che spesso sono svantaggiati dalla crescente inflazione. Si stanno cercando risorse per un importo di 14 miliardi di euro per alleviare la situazione economica dei pensionati e ristabilire il loro potere d’acquisto. Potrebbero essere apportate modifiche al sistema delle pensioni e alla rivalutazione degli assegni, con un’attenzione particolare alle pensioni meno generose. Le attuali misure, come l’Ape sociale e la quota 103, potrebbero rimanere invariate o subire lievi aggiustamenti. Nel frattempo, sono stati annunciati aumenti per i pensionati con trattamento minimo. Questi aumenti saranno temporanei e non strutturali e saranno sostituiti da un incremento percentuale fisso nel 2024. A partire da gennaio 2024, la maggior parte dei pensionati avrà un adeguamento all’inflazione che dovrebbe superare il 6%.