Tre dei più catastrofici eventi nucleari del XX secolo si sono verificati nelle città di Hiroshima e Nagasaki in Giappone e a Chernobyl in Ucraina. Mentre le prime due città sono state colpite da bombe atomiche durante la Seconda Guerra Mondiale, la terza è stata teatro di un disastro nucleare accidentale.
Nonostante la gravità di questi eventi, oggi la vita prospera nelle città giapponesi, mentre Chernobyl rimane in gran parte inabitabile. Questo perché? La risposta risiede nelle differenze nei modi di gestione e nel rilascio di radiazioni in queste tre località.
Le bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki hanno esplodito ad alta quota, massimizzando l’effetto dell’esplosione ma riducendo contemporaneamente i livelli di radiazioni. Al contrario, l’esplosione a Chernobyl, che è stata molto più piccola e si è verificata a livello del suolo, ha rilasciato nell’atmosfera oltre 400 volte la quantità di materiale radioattivo delle bombe, contaminando la zona circostante con grandi frammenti di detriti nucleari.
Un altro fattore importante da considerare è la quantità di materiale fissile utilizzato in ciascuna località. Le armi nucleari e i reattori nucleari funzionano principalmente con uranio arricchito, con alte concentrazioni dell’isotopo uranio-235 (U-235). Questo isotopo è il carburante per i reattori nucleari e il componente che fa esplodere una bomba atomica.
Nel caso delle armi nucleari, l’obiettivo è massimizzare la quantità di energia rilasciata consumando il più possibile l’uranio nel minor tempo possibile. Al contrario, i reattori nucleari utilizzano barre di controllo per assorbire i neutroni in eccesso, permettendo una reazione a catena di fissione a un’intensità inferiore e per un periodo di tempo molto più lungo.
Infine, i reattori nucleari generano sottoprodotti nucleari estremamente radioattivi. Mentre ci sono diverse sostanze radioattive nei rifiuti nucleari, le più pericolose sono il cesio, l’iodio e il grafite. Nel caso di Chernobyl, l’esplosione ha disperso queste sostanze nell’atmosfera e nell’ambiente circostante, dove rimangono per lungo tempo.
In conclusione, la gestione delle radiazioni, la quantità di materiale fissile utilizzato e i tipi di sottoprodotti generati contribuiscono alla differenza tra la vivibilità delle città di Hiroshima e Nagasaki rispetto a Chernobyl. Il modo in cui i diversi eventi si sono svolti e sono stati affrontati ha determinato le diverse situazioni attuali di queste località colpite da eventi nucleari.
Ecco perché è possibile vivere a Hiroshima e Nagasaki ma non a Chernobyl
Il testo descrive le differenze tra le città di Hiroshima e Nagasaki in Giappone e Chernobyl in Ucraina riguardo agli eventi nucleari catastrofici che hanno coinvolto queste località nel XX secolo. Hiroshima e Nagasaki sono state colpite da bombe atomiche durante la Seconda Guerra Mondiale, ma nonostante ciò, oggi le due città sono abitate e prosperano. Al contrario, Chernobyl rimane ancora in gran parte inabitabile a causa di un disastro nucleare accidentale avvenuto nella zona. Le bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki erano esplose ad alta quota, riducendo i livelli di radiazioni. L’esplosione a Chernobyl, invece, ha rilasciato una quantità di materiale radioattivo molto superiore a causa della sua esplosione più vicina al suolo. Inoltre, un altro fattore determinante è la quantità di materiale fissile utilizzato in ciascun evento: in un’arma nucleare si cerca di massimizzare il consumo di uranio il più rapidamente possibile per rilasciare una grande quantità di energia, mentre un reattore nucleare cerca di mantenere una reazione a catena di fissione a un’intensità inferiore e per un periodo di tempo più lungo. Infine, i reattori nucleari generano sottoprodotti nucleari molto radioattivi, come il cesio, l’iodio e il grafite, che nel caso di Chernobyl sono stati rilasciati nell’atmosfera e nell’ambiente circostante, rendendo l’area ancora pericolosa per l’uomo.