Con l’arrivo dell’estate si confermano gli attesi incrementi sugli stipendi per i dipendenti, grazie al quarto taglio del cuneo fiscale, che riduce le tasse e i contributi, alleggerendo così le buste paga. Questo intervento avrà un costo di quattro miliardi di euro, ma da dove provengono questi soldi?
Secondo quanto dichiarato dal governo, i fondi per l’aumento degli stipendi sono stati presi “in prestito” dai mercati. Ecco come viene realizzato l’aumento dello stipendio netto. Questo quarto taglio al cuneo fiscale sarà in vigore da luglio a novembre, ma non avrà effetto sulla tredicesima.
Gli aumenti dipendono principalmente da sconti sulle tasse per coloro che guadagnano meno di 25.000 euro lordi all’anno, con una riduzione del cuneo fiscale dal 3% al 7%. Per i redditi compresi tra i 25.000 e i 35.000 euro, la percentuale di riduzione sarà del 2% al 6%.
Il doppio taglio al cuneo fiscale sarà applicato dopo l’approvazione della Manovra Finanziaria 2023, con il governo Meloni che ha deciso di aumentare gli stipendi dei lavoratori dipendenti italiani.
Gli aumenti degli stipendi sono resi possibili grazie al taglio del cuneo fiscale, che prevede una riduzione del 3% per redditi fino a 25.000 euro annui e del 2% per redditi compresi tra i 25.000 e i 35.000 euro annui. Proprio grazie a questa riduzione della tassazione si ottengono gli aumenti degli stipendi, che variano in base al reddito percepito.
In entrambi i casi citati (dal 3% al 7% e dal 2% al 6%) gli aumenti saranno mensili. Ad esempio, per chi guadagna 25.000 euro lordi, lo stipendio netto aumenterà di circa 54,87 euro. Per chi invece guadagna 35.000 euro lordi, l’aumento sarà di circa 65,70 euro.
Tuttavia, è importante tenere presente che l’esonero della quota dei contributi a carico dei lavoratori dipendenti sarà applicabile solo temporaneamente, dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023.
Nonostante ciò, il taglio del cuneo fiscale, unito alle precedenti riduzioni, dovrebbe comportare un significativo aumento dei guadagni per i lavoratori dipendenti. Il governo parla di un aumento di circa 100 euro al mese per i lavoratori beneficiari, mentre secondo le stime della Cgia di Mestre, si potrebbe arrivare a un massimo di 90 euro.
Nel frattempo, in ambito politico si sta discutendo del salario minimo. La proposta di legge del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle punta a fissarlo a 9 euro lordi all’ora, ma la Meloni sembra non essere d’accordo. Inoltre, altri aumenti riguarderanno circa 250.000 lavoratori, tra cui quelli impiegati nel settore del legno, del sughero, del mobile, dell’arredamento e dei boschi. L’obiettivo di questo accordo è quello di ripristinare il potere d’acquisto delle retribuzioni perse a causa dell’inflazione.
Aumenti fortissimi di stipendi e doppio taglio del cuneo fiscale: i lavoratori festeggiano la novità
A partire da luglio sono previsti aumenti sugli stipendi grazie al doppio taglio del cuneo fiscale. Questa misura, che snellisce la busta paga, costa quattro miliardi di euro e i fondi sono stati presi dai mercati. Gli aumenti dipendono dagli sconti sulle tasse per redditi fino a 25.000 euro lordi e vanno dal 3 al 7%, mentre per redditi tra 25.000 e 35.000 euro si va dal 2% al 6%. Il taglio del cuneo fiscale è valido da luglio a novembre ma non ha effetti sulla tredicesima. L’aumento dello stipendio netto varia in base al reddito percepito: per chi guadagna 25.000 euro lordi aumenterà di 54,87 euro netti, mentre per chi guadagna 35.000 lordi l’aumento sarà di 65,70 euro netti. Tuttavia, l’esonero dei contributi a carico dei lavoratori è temporaneo e valido solo fino a dicembre 2023. Nonostante ciò, il taglio del cuneo fiscale dovrebbe portare a un guadagno importante per i lavoratori dipendenti, stimato intorno a 100 euro in più al mese per i beneficiari. Si discute anche del salario minimo, con una proposta di legge del PD e del M5S per fissarlo a 9 euro lordi l’ora, ma la Meloni non sembra essere d’accordo. Inoltre, sono previsti aumenti anche per circa 250.000 lavoratori nel settore del legno, del sughero, del mobile, dell’arredamento e boschivi forestali, al fine di recuperare il potere d’acquisto perso a causa dell’inflazione.