l’Assegno Unico: le famiglie soggiogate da un duro colpo | Scopri le ragioni della sua fine

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Molte famiglie italiane rischiano di perdere l’assegno unico per i figli, un sussidio mensile fondamentale per coprire alcune spese relative alla crescita dei bambini. Questo assegno viene erogato a partire dal settimo mese di gravidanza fino al raggiungimento dei 21 anni di età, ma solo a condizione che il figlio faccia ancora parte dello stato famiglia.

Anche dopo i 21 anni, l’assegno può continuare ad essere versato a determinate condizioni: il figlio deve essere impegnato in un corso di laurea o tirocinio, o deve avere un’occupazione con un reddito annuo non superiore a 8000 euro. Altre situazioni che permettono di continuare a ricevere l’assegno unico sono il servizio civile o la ricerca di un’occupazione presso i servizi pubblici per l’impiego in caso di disoccupazione.

Recentemente, una circolare dell’Inps ha chiarito alcune situazioni specifiche in cui alcune famiglie potrebbero rischiare di perdere questo beneficio. È importante ricordare che l’assegno unico ha sostituito l’assegno familiare in busta paga e la sua erogazione dipende dal valore Isee del nucleo familiare e dal numero di membri dello stesso.

La circolare in questione riguarda principalmente coloro che attualmente ricevono l’assegno unico figli ma che prevedono di perdere il Reddito di Cittadinanza, il quale verrà sostituito dall’assegno di inclusione a partire dall’anno prossimo. Per evitare di perdere l’assegno unico, è necessario presentare una nuova domanda nel periodo di transizione tra il RdC e l’assegno di inclusione. Questa domanda deve essere inviata entro l’ultimo giorno del mese di validità del Reddito di Cittadinanza per garantire la continuità dell’erogazione dell’assegno unico.

La domanda per l’assegno unico dovrà essere presentata da uno dei genitori, seguendo la procedura specifica sul sito dell’Inps. È importante notare che anche in caso di sospensione del reddito di cittadinanza, è necessario presentare una domanda separata per l’assegno unico.

Dal 1 gennaio 2024, il RdC verrà sostituito dall’assegno di inclusione per coloro che hanno un Isee inferiore a 9.360 euro e rientrano nella categoria dei non occupabili. L’assegno di inclusione verrà erogato per un massimo di 18 mesi, a patto che siano rispettati determinati requisiti. Anche in questo caso, sarà necessario presentare una domanda sul sito dell’Inps o presso i Caf per ricevere il sussidio. L’importo dell’assegno sarà di circa 500 euro al mese, con un massimo annuale di 6000 euro, che aumenterà a 7.560 euro all’anno se il nucleo familiare è composto esclusivamente da disabili gravi o persone di età superiore ai 67 anni.

Assegno Unico addio: la nuova mazzata sulle famiglie è tremenda | Perché finisce

Molte famiglie rischiano di perdere l’assegno unico per i figli se non rispettano determinate condizioni. L’assegno unico figli è un sostegno mensile per le spese legate alla crescita dei figli. Può essere ricevuto fino al compimento dei 21 anni, ma solo se il figlio fa ancora parte della famiglia. Inoltre, può essere versato anche dopo i 21 anni solo se il figlio frequenta un corso di laurea, svolge un tirocinio o ha un’occupazione con un reddito non superiore a 8000 euro all’anno. La recente circolare dell’Inps ha chiarito che alcune famiglie potrebbero perdere questo beneficio, soprattutto se stanno per perdere il Reddito di Cittadinanza e devono fare una nuova domanda per l’assegno unico nel periodo di transizione. È importante presentare la domanda entro l’ultimo giorno di validità del Reddito di Cittadinanza per evitare di perdere l’assegno unico. Dal 1 gennaio 2024, il Reddito di Cittadinanza sarà sostituito dall’assegno di inclusione per coloro che hanno un Isee inferiore a 9.360 euro e sono considerati non occupabili. Anche per ricevere questo sussidio sarà necessario presentare una domanda.