Il Giudice ha la facoltà di decidere per l’allontanamento dalla casa familiare in seguito a un episodio di violenza. Questa misura comporta che chi viene allontanato non potrà avere alcun tipo di contatto con le persone offese. Tuttavia, quando viene presa una simile decisione?
Il fenomeno della violenza domestica nel 2023 dimostra quanto spesso gli esseri umani si trasformino in bestie, andando oltre ogni comprensione razionale. La capacità di far del male alle persone che si dovrebbe amare nasconde un profondo egoismo e una malvagità inaccettabili.
Forse in Italia non si adotta una sufficiente severità nei confronti di coloro che commettono atti considerati folli e spietati dalla maggioranza delle persone. La mancanza di deterrenza fa sì che quasi ogni giorno si sentano episodi che fanno rabbrividire. Chi è da incolpare? La normativa? I Giudici? La famiglia? Ognuno ha le proprie idee, ma è certo che si debba intervenire in maniera più decisa con punizioni adeguate, soprattutto quando le vittime sono bambini e donne. È importante sottolineare che anche madri e mogli possono perpetrare atti di violenza, e in questi casi le punizioni dovranno essere proporzionate al crimine commesso.
L’allontanamento dalla casa familiare è una misura coercitiva diversa dalla reclusione. Il suo scopo principale è proteggere le vittime da possibili episodi ulteriori di violenza domestica. Il Giudice può optare per questa soluzione quando esistono gravi indizi di colpevolezza.
Questa misura non implica la detenzione, ma si attua quando vengono commessi reati per i quali la legge prevede una pena detentiva inferiore a tre anni. Nel caso in cui il reato comporti una pena detentiva fino a cinque anni, come maltrattamenti, atti persecutori o abuso di correzione, possono essere adottate misure cautelari più gravi, tra cui la custodia in carcere.
Con l’allontanamento, la persona coinvolta è obbligata a lasciare immediatamente la casa e non può fare ritorno né accedervi senza il consenso del Giudice. Il Giudice può anche stabilire una lista di luoghi frequentati dalla vittima, ai quali l’accusato non può avvicinarsi. Inoltre, può essere disposta la corresponsione di un assegno periodico a sostegno dei conviventi coinvolti nella misura cautelare.
I motivi che possono scatenare l’allontanamento sono diversi, tra cui riduzione in schiavitù o servitù, prostituzione minorile, pornografia minorile, violazione degli obblighi di assistenza familiare, lesioni personali, delitti contro la personalità individuale, istigazione a pratiche di pedofilia, tratta di persone e violenza sessuale.
Allontanamento dalla casa familiare: può scattare in molti più casi di quelli che pensi
Il testo parla dell’allontanamento dalla casa familiare in seguito a casi di violenza domestica. Si sottolinea come la violenza domestica sia un comportamento egoistico e malvagio che va oltre ogni comprensione razionale. Si afferma che in Italia non si è abbastanza duri nei confronti delle persone che compiono atti violenti, e si sostiene la necessità di punizioni più severe, soprattutto quando le vittime sono bambini o donne. Si spiega che l’allontanamento dalla casa familiare è una misura coercitiva adottata per tutelare le vittime dalla possibilità di ulteriori episodi di violenza domestica. Tale misura scatta quando ci sono gravi indizi di colpevolezza e non comporta la detenzione in carcere. Viene indicato il tipo di reati per i quali si può applicare l’allontanamento e si precisa che l’accusato dovrà lasciare immediatamente la casa e non vi dovrà fare ritorno senza il consenso del Giudice. Il Giudice può anche vietare all’accusato di avvicinarsi a determinati luoghi frequentati dalla vittima e stabilire il pagamento di un assegno periodico a sostegno dei conviventi coinvolti nella misura cautelare. Si elencano inoltre i motivi che giustificano l’allontanamento, tra cui riduzione in schiavitù o servitù, prostituzione e pornografia minorile, violenza sessuale, tratta di persone, ecc.