La straordinaria storia delle barre metalliche di Perkins: il segreto delle cure universali finalmente svelato!

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Nel 1796, Elisha Perkins, un medico del Connecticut, iniziò a commercializzare un prodotto straordinario e insolito: due bacchette metalliche allungate a forma di goccia, una in ferro e l’altra in ottone, che secondo lui possedevano virtù curative miracolose. Secondo Perkins, il semplice tocco della pelle con queste barre poteva potenzialmente guarire una serie di disturbi, tra cui infiammazioni, epilessia e reumatismi.

Queste barre metalliche venivano vendute in coppia e potevano essere utilizzate da chiunque; non solo erano promosse come un dispositivo universale per la cura dei disturbi, ma non era nemmeno necessario essere un medico per utilizzarle: bastava applicarle sulla zona dolente o ferita.

Elisha acquisì le sue competenze mediche come assistente di suo padre, prima di trasferirsi a Plainfield, nel Connecticut, dove avviò la sua pratica medica e fondò un’accademia medica. Nel 1795, divenne presidente della Windham County Medical Association e fu anche selezionato come delegato alla Connecticut Medical Society.

Inizialmente, Perkins sembrava destinato a una brillante carriera medica. Tuttavia, tutto cambiò quando durante un’operazione chirurgica, notò che un muscolo si contraeva ogni volta che veniva toccato con la punta di uno strumento metallico. Sperimentando con altri materiali come il legno, Perkins scoprì che solo gli oggetti metallici producevano quella particolare reazione. Nello stesso periodo, notò anche che quando tagliava le gengive con un coltello di metallo prima di un’estrazione dentaria, il paziente sembrava sperimentare una minore percezione del dolore.

Le barre metalliche inizialmente furono accolte con ambiguità e ostilità in alcuni ambienti medici, soprattutto tra coloro che erano già sospettosi delle affermazioni fatte dai contemporanei sostenitori del Magnetismo. Tuttavia, nonostante le critiche di pochi scettici, le bacchette brevettate di Perkins fecero sensazione tra molti medici e persone in America e in Europa.

Le testimonianze positive di medici e funzionari di alto profilo, tra cui George Washington, il quale avrebbe preso un paio di barre per la sua famiglia, contribuirono rapidamente a rafforzare la credibilità di Perkins. Nonostante la sua fama, nel 1797 la Connecticut Medical Society espulse Perkins, accusandolo di essere un ciarlatano, mentre altri cercavano di comprendere il funzionamento delle sue barre metalliche.

Oggi considereremmo i risultati di Perkins come uno dei primi esperimenti a dimostrare l’effetto placebo. Sembrava che qualsiasi oggetto potesse essere usato per produrre gli stessi effetti che Perkins rivendicava come suoi, a condizione che il paziente credesse di essere stato “operato” con quelle specifiche barre di metallo e ottone.

La curiose storie delle barre metalliche di Perkins, scambiate per cure universali

Il testo parla di Elisha Perkins, un medico del Connecticut che nel 1796 iniziò a vendere due bacchette metalliche allungate a forma di goccia, una di ferro e l’altra di ottone, sostenendo che avessero effetti curativi miracolosi. Secondo Perkins, toccare la pelle con queste barre poteva curare una serie di disturbi. Le barre erano vendute in coppia e potevano essere utilizzate da chiunque, senza bisogno di essere un medico. Perkins acquisì le sue conoscenze mediche come assistente di suo padre e sembrava destinato a una brillante carriera, ma tutto cambiò quando fece una “scoperta” che lo trasformò in un famoso ciarlatano. Durante un’operazione chirurgica, notò che un muscolo si contraeva ogni volta che lo toccava con uno strumento metallico, mentre con altri materiali non osservò lo stesso risultato. Le sue bacchette brevettate furono accolte positivamente da molti medici e funzionari pubblici, che testimoniarono i benefici. Tuttavia, nel 1797 la Connecticut Medical Society espulse Perkins con l’accusa di essere un ciarlatano. Oggi considereremmo la sua scoperta come uno dei primi esperimenti a dimostrare l’effetto placebo, ossia che qualsiasi cosa potrebbe essere usata per produrre gli stessi effetti curativi, a patto che il paziente creda nell’efficacia del metodo.