La recente approvazione della riforma fiscale da parte del Parlamento ha generato incertezza sul futuro delle pensioni di reversibilità, vecchiaia ed invalidità. Questa riforma, che prevede una rielaborazione dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF), potrebbe influenzare direttamente gli importi di queste tipologie di pensione.
Attualmente, le quattro aliquote dell’IRPEF, che variano in base al reddito, verranno ridotte a tre, con soglie di reddito ristrutturate. Ad esempio, potrebbe essere introdotta un’aliquota del 23% per redditi compresi tra 8.500 euro e 28.000 euro, e così via per le altre fasce di reddito.
Tuttavia, questa riforma sembra favorire maggiormente coloro che godono di redditi più alti, soprattutto nella fascia medio-alta tra i 15.000 e i 30.000 euro circa. Al contrario, i beneficiari di pensioni di reversibilità, vecchiaia ed invalidità con redditi più bassi potrebbero subire un impatto negativo.
L’effetto combinato delle aliquote fiscali riviste e degli incrementi corrispondenti nei trattamenti mensili di pensione dipende dal livello di reddito. Si stima che chi percepisce pensioni più basse potrebbe guadagnare circa 50-60 euro in meno di tasse da pagare, mentre coloro con pensioni più alte potrebbero beneficiare di risparmi fino a 700 euro.
Da evidenziare che le pensioni minime, che si aggirano intorno ai 600 euro, sono esenti da pagamento fiscale, rientrando nella cosiddetta “no tax area”. Questo limite di reddito, fissato a 8.500 euro, garantisce che i pensionati con redditi molto bassi non siano soggetti a tassazione.
L’introduzione delle nuove aliquote IRPEF rende più complessa la situazione finanziaria dei pensionati. Mentre alcuni saranno beneficiati dalla riduzione delle tasse, altri dovranno fare i conti con una ristrutturazione fiscale che sembra favorire i redditi più alti. Sarà interessante vedere come si evolverà il bilanciamento tra queste variabili nel tempo e come i beneficiari di queste forme di sostegno economico si adatteranno a questa nuova realtà fiscale.
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La recente riforma fiscale in Italia sta causando incertezza sul futuro delle pensioni di reversibilità, vecchiaia ed invalidità. La riforma prevede una revisione delle aliquote dell’Irpef, che potrebbe influenzare direttamente gli importi di queste pensioni. Le proposte attuali prevedono la riduzione delle aliquote da quattro a tre, ma sembra che questa riforma favorisca i redditi più alti, creando un paradosso per i beneficiari di pensioni con redditi più bassi. Le stime suggeriscono che i pensionati con redditi più bassi potrebbero pagare circa 50-60 euro in meno di tasse, mentre coloro con redditi più alti potrebbero risparmiare fino a 700 euro. Le pensioni minime, intorno ai 600 euro, sono esenti dalle tasse fino a un limite di reddito di 8.500 euro. La riforma fiscale sta portando complessità nelle vite finanziarie dei pensionati e si dovrà vedere come i beneficiari si adatteranno a questa nuova realtà.