La caduta dall’alto: scopri fino a che punto può resistere il corpo umano!

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Se ci trovassimo su un aereo, seduti al finestrino e lasciandoci andare a pensieri maliziosi, potrebbe sorgerci in mente un’idea folle: aprire l’uscita di emergenza e buttarsi nel vuoto. Cosa accadrebbe in quel caso? Riusciremmo a sopravvivere o sarebbe la nostra morte certa? Avremmo sicuramente una storia incredibile da raccontare, se riuscissimo a salvarci.

È una questione affascinante, senza dubbio. E’ possibile superare una prova del genere e arrivare vivi a terra? C’è un uomo che può darci una risposta ed è Alan Magee, un pilota della Seconda Guerra Mondiale che, incredibilmente, sopravvisse a una caduta di 20000 metri!

In simili situazioni, la scelta del punto di atterraggio è fondamentale e determina l’esito dell’impresa. Alan riuscì a atterrare su una superficie di vetro che attenuò l’impatto. La neve e gli alberi potrebbero essere altrettanto utili per assorbire la forza della caduta.

Un altro fattore determinante è l’ampiezza della superficie di atterraggio. Prendere la posizione del “volo dello scoiattolo” è efficace perché il corpo, disteso, crea una maggiore resistenza frontale all’aria che cerca di spingerci. Questo tipo di caduta è preferibile rispetto a quella con i piedi o la testa rivolti verso il basso. Ovviamente, optare per un paracadute sarebbe la scelta migliore, ma in mancanza di uno, è consigliabile assumere la posizione a pancia in giù.

Paul Doherty, ex fisico e co-direttore dell’Exploratorium, un centro di apprendimento a San Francisco, sostenne che oltre i 63000 metri, l’aria inizia a diventare rarefatta e il sangue potrebbe addirittura bollire. Egli suggerì una finestra di sicurezza tra i 60000 e i 100000 metri.

James Kakalios, professore alla Scuola di Fisica e Astronomia dell’Università del Minnesota, insieme al già citato Doherty, ha dato un importante contributo a questa ricerca, avviata nel 2015 e in continuo aggiornamento. Tra le variabili influenti sono stati considerati anche i vestiti e l’altitudine.

Insomma, speriamo che tu non ti lasci mai convincere dalla tentazione di gettarti da un aereo in volo ma, almeno, adesso sai cosa aspettarti.

Fino a quanti metri di altezza può sopravvivere un essere umano, se cade?

Il testo riporta il caso di Alan Magee, un pilota della Seconda Guerra Mondiale che ha sopravvissuto a una caduta di 20000 metri. Viene evidenziato che il punto di atterraggio e la superficie su cui si cade sono fondamentali per la sopravvivenza. La posizione a “scoiattolo volante”, con il corpo disteso a pancia in giù, può garantire una maggiore resistenza all’aria e quindi una migliore protezione durante la caduta. L’utilizzo di un paracadute sarebbe la scelta migliore, ma in mancanza di questo si consiglia di assumere la posizione a pancia in giù. Si menziona anche la rarificazione dell’aria ad alte altitudini, oltre i 63000 metri, che potrebbe causare la bollitura del sangue. Infine, si sottolinea che la ricerca su questo argomento è in continuo aggiornamento e si spera che nessuno si lasci tentare dal lanciarsi da un aereo in volo.