L’aumento del debito delle famiglie italiane comporta anche un incremento del rischio di usura, e l’Autunno 2023 si prospetta poco promettente. È quanto emerge dall’analisi condotta dal Centro Studi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre (CGIA). La situazione attuale non è delle migliori: i debiti delle famiglie italiane nei confronti delle banche hanno raggiunto la cifra record di quasi 600 miliardi di Euro (595,1 per essere precisi), con un importo medio di 22.710 Euro per ogni nucleo familiare.
Questa tendenza al sovraindebitamento comporta anche un aumento dei rischi di usura, che colpiscono principalmente gli artigiani, i commercianti e i piccoli imprenditori italiani. Un dato significativo evidenziato dagli esperti della CGIA è che rispetto al 2021, il debito delle famiglie è aumentato del 3,5%, principalmente a causa di tre fattori: l’inflazione, il caro mutui e il caro bollette.
La CGIA definisce la situazione come “critica”, ma non fuori controllo. Secondo l’Associazione, per contrastare efficacemente questa possibile deriva, soprattutto in vista di un’autunno caratterizzato da ulteriori aumenti dei prezzi, è necessario incentivare l’uso del Fondo per la Prevenzione dell’Usura. Si tratta di uno strumento introdotto per legge alcuni decenni fa, ma ancora poco utilizzato a causa della scarsa conoscenza e delle risorse economiche limitate a disposizione.
Secondo i dati ottenuti dal Centro Studi della CGIA di Mestre, è nell’Italia settentrionale che la situazione debitoria è più pressante. La provincia più indebitata è Milano, con un tasso medio di indebitamento per famiglia di 35.342 Euro, registrando un aumento del 5,1% rispetto a soli due anni fa. Seguono a breve distanza le province di Monza-Brianza e Bolzano, rispettivamente con un tasso medio di debito per famiglia di 31.984 Euro e 31.483 Euro.
Al contrario, al Sud si trovano le famiglie meno indebitate della Penisola. La provincia con meno debiti è Enna, con un debito medio per famiglia pari a 9.631 Euro, registrando un aumento del 3,6% rispetto al 2021. Seguono le province di Vibo Valentia e Agrigento, con tassi pari a 9.993 Euro e 10.302 Euro.
Secondo la CGIA, la maggiore esposizione al debito delle città del Nord è dovuta principalmente agli investimenti significativi nel settore immobiliare avvenuti negli anni precedenti, che sono prevalentemente attribuibili alle famiglie con un tenore di vita elevato.
Italiani in crisi, famiglie sempre più indebitate: cresce il rischio usura, come difenderti
Il Centro Studi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre CGIA ha analizzato la situazione dei debiti delle famiglie italiane e ha rilevato un aumento dei debiti, che hanno raggiunto la cifra record di quasi 600 miliardi di euro, con un importo medio di 22.710 euro per famiglia. Questo aumento dei debiti porta anche ad un aumento dei rischi di usura, che colpiscono soprattutto artigiani, commercianti e piccoli imprenditori italiani. Secondo gli esperti della CGIA, ciò è dovuto all’inflazione, ai costi dei mutui e alle bollette che sono aumentate. Nonostante la situazione critica, l’associazione ritiene che non sia fuori controllo e suggerisce di incentivare l’utilizzo del Fondo per la Prevenzione dell’Usura per contrastare la situazione. Dal rapporto della CGIA di Mestre emerge che la provincia più indebitata d’Italia è Milano, seguita da Monza-Brianza e Bolzano. Al contrario, le famiglie meno indebitate si trovano nel Sud Italia, con Enna come provincia con meno debiti. Secondo la CGIA, l’indebitamento maggiore nel Nord è dovuto agli investimenti nel settore immobiliare degli anni passati, che sono stati fatti principalmente da famiglie con un buon tenore di vita.