La Serie A italiana è ufficialmente ripartita questo primo weekend di settembre dopo la sosta estiva, ma i diritti TV rimangono pressoché immutati. Sky e DAZN continueranno a coprire la competizione. Tuttavia, c’è un’ampia fascia di italiani che ha optato per lo streaming IPTV illegale per seguire le partite della propria squadra del cuore.
Purtroppo per loro, ci sono molte differenze rispetto all’anno scorso. Durante l’estate, infatti, il Parlamento ha approvato un disegno di legge che rende più difficile la fruizione del cosiddetto “pezzotto” e concede alle autorità nuovi poteri per bloccare definitivamente i canali legati all’IPTV illegale.
Già a partire da queste settimane, le forze dell’ordine possono intercettare gli indirizzi IP collegati ai servizi di IPTV illegali, che permettono la visione dei contenuti di Sky, DAZN e Netflix. Una volta acquisiti questi indirizzi IP, le autorità possono procedere al blocco del segnale.
Anche Sky e DAZN avranno maggior potere contro l’IPTV illegale, potendo denunciare direttamente ai siti pirata che trasmettono i loro contenuti. Le pay TV possono richiedere la chiusura del segnale entro mezz’ora.
Le sanzioni sono diventate più severe. Gli utenti che fruiscono dell’IPTV illegale possono ricevere multe fino a 15.000 euro, mentre chi trasmette illegalmente il segnale nelle case degli italiani rischia la galera.
IPTV, il pezzotto per guardare la Serie A vi può rovinare per sempre
Nel testo si parla delle nuove misure adottate contro l’IPTV illegale in Italia. Nonostante la Serie A sia tornata, molti italiani scelgono ancora di optare per lo streaming illegale per seguire le partite delle loro squadre preferite. Tuttavia, quest’anno sono state approvate leggi più severe per contrastare questo fenomeno, dando alle autorità maggiori poteri per bloccare i canali illegali e intercettare gli indirizzi IP che li utilizzano. Anche Sky e DAZN possono denunciare direttamente i siti pirata e richiedere la chiusura del segnale entro mezz’ora. Le sanzioni per gli utenti sono più severe, con multe fino a 15.000 euro e la possibilità di finire in prigione per chi trasmette illegalmente il segnale.