Attenzione alle ‘anomalie’ che possono comportare la perdita del sussidio ricevuto e la restituzione all’Inps. È importante analizzare il caso.
L’Italia è un paese all’avanguardia per quanto riguarda i bonus e i sussidi, agevolazioni offerte a diverse categorie di lavoratori e famiglie che forniscono un sostegno economico a coloro che si trovano in situazioni di svantaggio. Tuttavia, il fatto che un bonus venga erogato al destinatario non significa che non possa essere restituito all’Inps o all’ente che lo ha erogato se alcuni requisiti specifici non sono stati rispettati.
Quindi, anche se l’agevolazione è di solito “definitiva” e i soldi ricevuti possono essere spesi liberamente, è importante conoscere anche le possibili anomalie che potrebbero comportare la restituzione. Una di queste riguarda i disoccupati che ricevono la Naspi, l’indennità di disoccupazione involontaria, dall’Inps.
Un caso recente rappresenta un esempio di quando viene richiesto il denaro indietro: si tratta di situazioni estreme in cui l’Inps ha il diritto di chiedere la restituzione di somme che sono state percepite indebitamente. In questo caso, una persona ha ricevuto un importo totale di 18.000 euro sotto forma di Naspi, ma aveva un lavoro a tempo indeterminato.
La scoperta è stata fatta casualmente dalla Guardia di Finanza e, una volta accertato l’illecito, l’Istituto di Previdenza ha richiesto la restituzione immediata dei soldi erogati. Come è stato possibile? La persona in questione aveva una residenza in Italia dopo aver perso il suo ultimo impiego per licenziamento, ma successivamente ha trovato un lavoro stabile in Svizzera che gli fruttava 3.500 franchi al mese. Sfruttando questa situazione, ha presentato la domanda di Naspi in Italia e, dal momento che non risultava occupato, la sua richiesta è stata accolta.
Questa persona non è la prima a cercare di eludere le regole per ottenere l’indennità dall’Inps. Una volta scoperto, potrebbe anche essere citato in giudizio con l’accusa di percezione indebita di sussidi, indennità e aiuti dello Stato. In ogni caso, dovrà restituire l’intero importo ricevuto.
Questo perché l’ammortizzatore sociale come la Naspi non può essere ricevuto se la persona in questione ha un’occupazione, anche al di fuori del territorio italiano. Nel caso specifico, la scoperta è avvenuta dopo due anni, nel 2021 e nel 2022, durante i quali l’Inps ha continuato a versare la Naspi a questa persona.
Bonus e sussidi, attenzione a non commettere errori: ecco quando l’INPS chiede il denaro indietro
Il testo mette in evidenza l’importanza di prestare attenzione alle possibili “anomalie” che potrebbero comportare la perdita dei bonus e dei sussidi ricevuti e la restituzione all’Inps. Viene citato un caso specifico che riguarda i disoccupati percettori della Naspi, l’indennità di disoccupazione involontaria, che hanno ricevuto indebitamente somme di denaro a causa di un errore nell’assegnazione del sussidio. Questo caso, scoperto casualmente dalla Guardia di Finanza, ha portato all’avvio delle procedure per richiedere la restituzione immediata dell’importo erogato. Tale persona aveva residenza in Italia ma lavorava stabilmente in Svizzera, e ha presentato una richiesta di Naspi in Italia nonostante avesse un’occupazione. Questo comportamento è considerato una violazione delle regole per l’erogazione dell’indennità e può portare a conseguenze legali per la persona coinvolta. In ogni caso, dovrà restituire l’intero importo ricevuto. Viene sottolineato che l’ammortizzatore sociale come la Naspi non può essere ricevuto se la persona ha un’occupazione, anche al di fuori dell’Italia. Nel caso in questione, la scoperta è avvenuta dopo due anni in cui l’Inps ha continuato a versare il sussidio.