Incredibile scoperta scientifica: un salmone nella macchina per la risonanza magnetica svela nuovi misteri del cervello!

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Un salmone morto sottoposto a una risonanza magnetica: questa insolita situazione è stata realtà grazie a un gruppo di scienziati che ha voluto mettere alla prova il funzionamento di una macchina risonanza magnetica (fMRI). L’obiettivo non era studiare le abilità di questi animali nel percepire il campo magnetico terrestre, ma testare i protocolli di imaging degli strumenti utilizzati.

Tutto ebbe inizio in un piccolo supermercato americano, dove Craig Bennett, uno studente di neuroscienze al Dartmouth College, decise di acquistare un grosso salmone norvegese per condurre un esperimento. Una volta posizionato il pesce nel macchinario, Bennett gli chiese di riconoscere emozioni nelle immagini di volti umani. I dati raccolti furono archiviati senza essere analizzati, poiché il vero scopo dell’esperimento era testare i protocolli dell’fMRI.

Fu solo nel 2008, durante una conversazione sull’interpretazione statistica dei dati dell’fMRI, che Bennett decise di dare un’occhiata alle scansioni del salmone. Sorprendentemente, i risultati sembravano indicare che il salmone, nonostante fosse morto, aveva mostrato una risposta cerebrale alle immagini visualizzate. Bennett stesso dichiarò di non credere a ciò che vedeva, sebbene fosse consapevole che il salmone non potesse effettivamente pensare.

L’episodio del salmone morto ha sollevato l’attenzione degli scienziati sulla corretta interpretazione dei dati prodotti dalla fMRI, piuttosto che invalidare la tecnica stessa. La fMRI continua ad essere uno strumento fondamentale per le neuroscienze, ma l’importanza di una corretta analisi dei dati è stata ribadita. Nonostante non raggiunga i livelli di stranezza del furetto nell’acceleratore di particelle, questo episodio è stato così significativo per la comunità scientifica da valere a Bennett e ai suoi colleghi un premio IgNobel nel 2012.

Cosa ci fa un salmone in una macchina per la risonanza magnetica?

Gli scienziati hanno fatto una risonanza magnetica a un salmone, non per scoprire come percepiscono il campo magnetico terrestre, ma solo per testare i protocolli dell’imaging della fMRI. Il salmone era morto da tempo, ma i dati ottenuti dalla scansione sembravano mostrare che il salmone stava effettivamente pensando alle immagini che gli erano state mostrate durante la scansione. Questo evento ha evidenziato l’importanza di interpretare correttamente i dati della fMRI. Lo studio ha ricevuto un premio IgNobel nel 2012.