Incredibile scenario: lo Stato italiano smette di onorare i debiti! Fornitori in ginocchio e cifre spaventose

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Secondo i rapporti di Confartigianato Imprese, nel 2022 la Pubblica Amministrazione ha accumulato ritardi nei pagamenti ai fornitori per un totale di 5,4 miliardi di Euro. Questa informazione emerge da un rapporto realizzato da CGIA – Confartigianato Imprese, che si riferisce all’anno fiscale del 2022 e mette in luce i mancati pagamenti dello Stato. È evidente che tale situazione non può essere considerata un motivo di vanto o prestigio per la Pubblica Amministrazione, che risulta essere un debitore moroso.

Le cifre parlano chiaro: su circa 3.737.000 fatture ricevute, solo 2.552.000 sono state liquidate, per un totale di circa 14,8 miliardi di Euro pagati su un debito totale di 20,2 miliardi di Euro. L’ammontare dei compensi non onorati, rappresentato dai mancati pagamenti di circa 1.185.000 fatture, ammonta a ben 5,4 miliardi di Euro.

Il portavoce di Confartigianato Imprese ha dichiarato che questa condotta ingiustificabile da parte dell’Amministrazione statale ha causato gravi problemi a molte imprese, soprattutto quelle di piccole dimensioni. Questa denuncia risulta particolarmente significativa considerando il periodo di difficoltà economica che le famiglie e le imprese stanno affrontando a causa dell’inflazione e della recessione.

La CGIA fa notare che probabilmente lo scenario è ancora peggio di quanto emerge dal rapporto, poiché i dati pubblicati non includono i mancati pagamenti delle Regioni, Province, Comuni (compresi le comunità montane) e delle Aziende Sanitarie. Quindi, il debito potrebbe essere molto più elevato di quanto stimato originariamente.

Inoltre, i rapporti di Eurostat confermano che nessun altro Paese europeo presenta risultati peggiori di quelli italiani in termini di mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione. Questo viola ancora una volta l’articolo 4 della direttiva UE 2011/7, che regola i tempi di pagamento nelle transazioni commerciali tra le amministrazioni pubbliche e le imprese private. Il 28 gennaio 2020, la Corte di Giustizia Europea ha emesso una sentenza che conferma questa violazione. Di conseguenza, l’Italia è stata messa in mora dalla Commissione Europea a partire dal 29 settembre scorso.

La CGIA suggerisce di adottare una legge sulla compensazione secca, diretta e universale che risolva definitivamente questo problema persistente. Si tratta di una soluzione che potrebbe portare benefici sia alle imprese che alla Pubblica Amministrazione, garantendo il rispetto dei tempi di pagamento e stimolando l’economia nel suo complesso.

E se fosse lo Stato a non pagare i debiti? Numeri impressionanti: fornitori beffati

Un rapporto di Confartigianato Imprese ha rivelato che nel 2022 la Pubblica Amministrazione non ha pagato fornitori per un totale di 5,4 miliardi di euro. Il rapporto indica che più del 30% dei fornitori non sono stati pagati. Questo comportamento ha portato la Pubblica Amministrazione ad essere considerata un debitore moroso. I dati mostrano che su circa 3.737.000 di fatture ricevute, solo 2.552.000 sono state pagate, per un totale di circa 14,8 miliardi di euro, rispetto ai 20,2 miliardi dovuti. La CGIA – Confartigianato Imprese – ha sottolineato che questi dati non includono i mancati pagamenti di Regioni, Province, Comuni e Aziende Sanitarie, il che indica che la situazione potrebbe essere ancora peggiore di quanto riportato nel rapporto. Inoltre, i rapporti Eurostat confermano che nessun altro paese europeo ha risultati peggiori di quelli italiani. Questa situazione viola la direttiva UE 2011/7 e l’Italia è stata messa in mora dalla Commissione Europea. La CGIA suggerisce la creazione di una legge sulla compensazione secca per risolvere definitivamente questo problema.