Immergiti nel mondo dell’arte di Monet con The Master’s Pupil: una straordinaria avventura su PC che ti lascerà senza fiato

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Quanti videogiochi richiedono più di cinque anni di sviluppo? Non si possono nemmeno contare; con l’aumento dei budget e l’aumento generale della complessità, è facile trovare titoli che richiedono più di un lustro di lavoro. Ma quanti videogiochi richiedono sette anni di sviluppo perché il loro sviluppatore sceglie volontariamente di dipingere a mano tutto invece di utilizzare sistemi più moderni? The Master’s Pupil, il gioco di cui parleremo oggi in questa recensione, ha seguito esattamente questa strada. Si tratta di un gioco dipinto in maniera tradizionale, con pennelli, spatoline e tubetti di colore, proprio come faceva il grande pittore Claude Monet, a cui lo sviluppatore e designer Pat Naoum si è ispirato per realizzare questo piccolo capolavoro videoludico e artistico. Il titolo ha un doppio significato, legato sia al “pupillo” del maestro che segue le sue orme, sia alla “pupilla”, poiché il gioco è ambientato all’interno dell’occhio di Monet, per mostrarci una visione allegorica e introspettiva dell’arte di questo illustre pittore.

Uno dei principi fondamentali nello studio dell’arte è l’uso del colore, che parte dalla comprensione del funzionamento dei colori primari e della loro miscelazione. Sin dai primi anni di scuola ci viene insegnato che “rosso, blu e giallo” (impropriamente, dato che in pittura si parla di magenta, ciano e giallo) sono i colori primari, cioè quelli che non possono essere ottenuti mescolando altri colori insieme, mentre il verde, il viola e l’arancione sono i colori secondari che si ottengono mescolando due dei primari. Ma cosa succede quando si mescolano tutti e tre i colori primari? Si ottiene un triste marrone spento e fangoso, privo di tutta la vitalità delle tinte originarie. Proprio da questo principio prende vita la meccanica di base di The Master’s Pupil, in cui un piccolo personaggio bianco si colora passando attraverso getti di aria colorata. Ad esempio, attraversare un getto rosso e poi uno blu porterà al viola, ma passare nel giallo quando si è già in quel stato provocherà la fine del gioco, poiché si è mescolato un colore incompatibile.

Molti sui social si sono lamentati della “scarsa intuitività” della meccanica di gioco, poiché non viene indicato da nessuna parte che se si è di un colore secondario e si tocca di nuovo uno dei primari che lo compongono, si acquisisce quest’ultimo (quindi, ad esempio, se si è verdi e si tocca una colonna blu, ci si trasforma in blu, evitando così una morte inevitabile passando nel rosso). Tuttavia, durante il gioco non abbiamo riscontrato questa difficoltà, dato che uno dei primi livelli in cui compaiono i colori permette di comprendere perfettamente il funzionamento dell’intera meccanica con un paio di tentativi. Forse siamo troppo abituati a tutorial invasivi che non lasciano al giocatore il piacere di sbagliare e trovare la soluzione da sé, persino in un puzzle game?

In molti casi bisognerà sfruttare la fisica dei getti d’aria a proprio vantaggio, per trasportare oggetti e frammenti di opere d’arte nel posto giusto. Tra pareti cristalline da sciogliere iniettandole di colore, palle da far rotolare per attivare meccanismi e creare nuove basi di appoggio, ci si appassiona presto ai livelli più complessi che aggiungono sempre più difficoltà ai puzzle. Peccato solo per l’assenza di una modalità per i daltonici, che avrebbe reso il titolo più accessibile a chi soffre di anomalie visive legate ai colori.

La durata complessiva del gioco è soddisfacente, senza essere eccessivamente lunga, contando 12 macro livelli di gioco, suddivisi in più sezioni di puzzle (con salvataggio automatico alla fine di ognuno di essi), per un totale di circa 3-5 ore a seconda dell’abilità del giocatore.

Alla fine di ogni puzzle, si viene ricompensati con uno degli splendidi quadri di Claude Monet, frammentati su più livelli per dare un effetto tridimensionale quando si passa attraverso di essi, arricchiti dalla presenza di suoni ambientali correlati al contesto. L’esperienza di gioco è accompagnata da suoni naturali e immersivi accuratamente selezionati, che coinvolgono pienamente il giocatore nell’arte di Monet e un po’ nella sua vita, anche se non viene spiegato nulla né sulle opere né sulla biografia dell’artista, se non attraverso allegorie e suoni. Risolvere i puzzle con un sottofondo rilassante di pianoforti, violini, clarinetti e suoni ambientali porta l’esperienza a un livello superiore e rafforza l’anima indipendente e ricercata del gioco.

Infatti, siamo letteralmente negli occhi dell’artista e vediamo il mondo e la pittura dalla sua prospettiva: nel labirinto della sua mente troviamo immagini frammentate da ricostruire a colpi di colore, paesaggi meravigliosi rappresentati in più versioni per celebrare il mutamento della natura, ma anche creature misteriose che simboleggiano le difficoltà della sua vita, raggiungendo l’apice nel finale che fa comprendere ancor di più quanto The Master’s Pupil nasconda un significato più profondo del semplice apprezzamento dell’arte di Monet.

In conclusione, The Master’s Pupil è un’opera d’arte a sé, nonostante possa sembrare a una prima occhiata un semplice susseguirsi di puzzle o un mero omaggio a Claude Monet. La cura riposta in questo titolo, che merita un voto finale elevato, si ammira in ogni singola pennellata del suo creatore, che ha trasformato l’arte del grande pittore francese in un’esperienza immersiva e coinvolgente. Tra la sfida stimolante dei puzzle e gli scenari suggestivi, si trascorrono ore passeggiando nella mente di un grande artista, la cui vita viene mostrata in modo più intenso di quanto si potrebbe fare in un film, anche se in modo meno nitido.

The Master’s Pupil | Recensione (PC) | Un’intricata passeggiata nell’arte di Monet

Il videogioco The Master’s Pupil è stato sviluppato per sette anni e si presenta come un piccolo capolavoro artistico. Il gioco è dipinto a mano utilizzando pennelli, spatole e tubetti di colore, prendendo ispirazione dallo stile del famoso pittore Claude Monet. La meccanica del gioco ruota attorno all’uso dei colori primari e secondari, e il protagonista deve evitare di mescolare colori incompatibili. Il gioco offre una sfida stimolante e include la fisica dei getti d’aria per risolvere i puzzle. Ogni livello del gioco offre una parte di un quadro di Monet come ricompensa, creando un’esperienza artistica e coinvolgente. Nonostante l’assenza di una modalità per daltonici, il gioco offre una durata soddisfacente di circa 3-5 ore, con una selezione accurata di suoni ambientali che arricchiscono l’atmosfera. Nel complesso, The Master’s Pupil è un’opera d’arte che trasforma l’arte di Monet in un’esperienza videoludica immersiva e coinvolgente.