Il futuro è qui: la scansione AI degli occhi può rilevare il Parkinson 7 anni prima!

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Rivoluzionaria scoperta nel campo della medicina: è stato ufficialmente brevettato un sistema basato sull’intelligenza artificiale in grado di scansionare gli occhi e rilevare i primi segni di Parkinson fino a sette anni prima dell’insorgenza dei sintomi. Si tratta di un enorme passo avanti per la diagnosi precoce della malattia.

Il Parkinson è una condizione neurologica caratterizzata da una riduzione della dopamina che peggiora col tempo. La ricerca, pubblicata sulla rivista Neurology, ha utilizzato due importanti serie di dati sanitari: il set di dati AlzEye e il database della Biobank del Regno Unito, al fine di identificare marcatori sottili correlati alla malattia. Anche se il Parkinson ha una bassa prevalenza in questa popolazione, il set di dati AlzEye rappresenta il più grande database di immagini retiniche e dati clinici associati al mondo.

L’esame post mortem dei pazienti affetti da Parkinson ha evidenziato differenze nello strato nucleare interno della retina (INL). Studi precedenti hanno dimostrato che la scansione oculare può rivelare segni di deterioramenti anche di condizioni neurologiche diverse, come l’Alzheimer, la sclerosi multipla e la schizofrenia. Questa area di ricerca emergente, denominata “oculomica”, ha dimostrato che la scansione oculare può anche rivelare la propensione delle persone ad altre patologie, come ipertensione, malattie cardiache, ictus e diabete.

I medici da sempre eseguono esami oculistici fisici, poiché ritengono che gli occhi possano fornire una visione diretta di molti aspetti della salute umana. Con le immagini ad alta risoluzione della retina che sono ormai routine nella cura degli occhi, gli scienziati sostengono che l’analisi dei dati di queste scansioni possa fornire ulteriori informazioni sulla salute dei pazienti.

In particolare, la tomografia a coerenza ottica (OCT), una scansione 3D ampiamente utilizzata nelle cliniche oculistiche, può produrre una sezione trasversale della retina con dettagli fino al millesimo di millimetro. Queste immagini possono essere estremamente utili per monitorare la salute degli occhi. La scansione della retina è attualmente l’unico metodo non invasivo per visualizzare gli strati di cellule sotto la superficie della pelle. Uno spessore ridotto di questi strati cellulari è associato a un aumento del rischio di sviluppare il Parkinson.

Gli scienziati stanno lavorando anche all’utilizzo di computer e tecnologie per analizzare in modo preciso un gran numero di OCT e altre immagini oculari. Nonostante non si possa ancora prevedere con certezza se un individuo svilupperà il Parkinson, si spera che questo metodo possa presto diventare uno strumento di pre-screening per le persone a rischio. La diagnosi precoce della malattia potrebbe consentire interventi tempestivi e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Scan agli occhi con IA può rilevare il Parkinson sette anni prima

Un nuovo sistema basato sull’Intelligenza Artificiale è stato brevettato per la scansione degli occhi per rilevare i primi segni di Parkinson sette anni prima dei sintomi. La ricerca ha utilizzato dati sanitari per identificare i marcatori sottili della malattia. Lo studio fa parte di un campo di ricerca chiamato “oculomica” che ha dimostrato di poter rivelare segni di altre condizioni neurologiche come l’Alzheimer, la sclerosi multipla e la schizofrenia. Gli scienziati affermano che questa nuova tecnologia di scansione oculare potrebbe diventare uno strumento di pre-screening per individui a rischio di sviluppare il Parkinson.

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