Il diritto dell’anima: l’indennità di accompagnamento per chi combatte l’Alzheimer

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In Italia l’Alzheimer è una malattia diffusa, specialmente tra gli anziani. Nel corso degli anni, questa condizione degenera e peggiora. Tuttavia, è possibile richiedere un’indennità di accompagnamento che può aiutare le persone affette da questa malattia.

Nel nostro Paese, più di mezzo milione di anziani soffre di Alzheimer, una delle forme più gravi di demenza senile. I sintomi si manifestano inizialmente con problemi di memoria a breve termine e progressivamente la persona colpita perde la capacità di riconoscere la propria casa e i propri familiari. Nello stadio avanzato, oltre alle difficoltà cognitive, si verificano anche problemi deambulatori e la persona non può più svolgere le normali attività quotidiane. A questo punto diventa necessario avere un’assistenza costante da parte di un familiare o di una persona qualificata. Inoltre, è possibile richiedere l’indennità di accompagnamento per ottenere ulteriori aiuti.

L’importo dell’indennità di accompagnamento è di 522,10 euro al mese e non ci sono limiti di reddito per richiederla. Tuttavia, è necessario compilare l’apposita domanda e sottoporsi a una visita medica per ottenere l’assegno. È importante rispettare il limite di tre mesi tra la compilazione della richiesta e l’appuntamento dal medico. Se questa tempistica non viene rispettata, è possibile inviare una diffida all’Assessorato alla Sanità della propria regione e l’ente provvederà a fissare una nuova data per la visita.

Per garantire un esito positivo durante il controllo medico, è possibile richiedere che vi sia anche un medico specializzato in geriatria. Se l’esito conferma l’assenza di autosufficienza dell’anziano, verrà avviata la procedura di pagamento dell’indennità. Tuttavia, se la persona viene ricoverata in strutture a carico dello Stato, l’erogazione dell’indennità cesserà a partire dal mese successivo. È importante comunicare all’INPS ogni anno se l’anziano continua o meno a risiedere in tali strutture.

Per compilare la domanda di indennità di accompagnamento, la procedura dipende dalla gravità della malattia. Nel caso in cui l’anziano affetto da grave malattia di Alzheimer non sia più in grado di intendere, spetta al tutore o al rappresentante legale compilare la domanda. Inoltre, se presente, è necessario presentare la domanda in presenza di un pubblico ufficiale, di due testimoni e dell’anziano stesso per cui viene fatta richiesta.

Per verificare se i pagamenti mensili sono stati avviati, è possibile consultare il sito dell’INPS nella sezione “Consultazione pagamenti”. È importante sottolineare che non ci sono limiti di reddito per l’anziano beneficiario dell’indennità e non è necessario aver versato contributi per ottenere questo aiuto. La concessione dell’indennità dipende esclusivamente dalla situazione di non autosufficienza della persona anziana e non da altri criteri.

Chi soffre di Alzheimer ha diritto all’indennità di accompagnamento mensile? La risposta non lascia dubbi

In Italia, è comune che le persone anziane sviluppino l’Alzheimer, una malattia che peggiora nel tempo. Fortunatamente, è possibile richiedere l’indennità di accompagnamento. Più di mezzo milione di anziani in Italia soffre di Alzheimer, una forma grave di demenza senile che colpisce prima la memoria a breve termine e successivamente porta la persona a non riconoscere né la propria casa né i propri parenti. Nello stadio avanzato, le capacità motorie e la capacità di svolgere azioni quotidiane semplici sono compromesse. A questo punto è necessario ricevere assistenza costante da un familiare o da una persona qualificata. Inoltre, è possibile compilare una richiesta per l’indennità di accompagnamento. L’importo mensile dell’indennità è di 522,10 euro senza limiti di reddito. È necessario presentare la domanda e sottoporsi a una visita medica per ottenere questo assegno. Se passano più di tre mesi tra la compilazione della richiesta e l’appuntamento con il medico, è possibile inviare una diffida all’Assessorato alla Sanità della propria regione. Una volta confermata la non autosufficienza dell’anziano durante la visita medica, può iniziare la procedura di pagamento dell’indennità. Tuttavia, se l’anziano viene ricoverato in strutture a carico dello stato, l’erogazione dell’indennità cessa dal mese successivo al ricovero. È necessario comunicare all’INPS ogni anno se l’anziano continua a essere ospitato in queste strutture. Per presentare la domanda per l’indennità di accompagnamento, dipende dalla gravità della malattia e dalla capacità dell’anziano di intendere. Se l’anziano è incapace di intendere, il tutore o il rappresentante legale può compilare la domanda. In caso contrario, è necessario presentare la domanda in presenza di un pubblico ufficiale, di due testimoni e dell’anziano stesso. È possibile controllare se i pagamenti mensili sono stati effettuati consultando il sito dell’INPS nella sezione “Consultazione pagamenti”. Non ci sono limiti di reddito per l’anziano che riceve l’indennità e non è necessario aver fatto contributi precedentemente per ottenere questo aiuto. L’assegno viene concesso in base alla non autosufficienza della persona anziana e non ad altri parametri.