Hacker italiano diventa cyborg: il futuro della connessione umana è qui!

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Il biohacking è una tendenza in crescita anche in Italia, come dimostra la storia di Mattia, un giovane di Bergamo che ha deciso di spingersi al di là dei limiti convenzionali della tecnologia. Mattia, esperto di sicurezza informatica, ha iniziato il suo percorso nel biohacking nel 2019 impiantando una serie di chip nelle sue mani. Questi chip, definiti da Mattia come tag NFC o RFID, sono stati posizionati in diverse parti delle sue mani, tre sulla sinistra e due sulla destra. La scelta di impiantare i chip nelle mani è stata dettata dalla praticità, poiché le mani sono facilmente accessibili e utilizzate nella quotidiana interazione con la tecnologia.

Per quanto riguarda le preoccupazioni mediche derivanti dall’implantazione dei chip, Mattia assicura che i chip che ha impiantato sono rivestiti di vetro biomedico, una resina compatibile con gli impianti sottocutanei. Tuttavia, riconosce che potrebbe essere necessario rimuovere uno dei suoi impianti, un magnete, prima di sottoporsi a una risonanza magnetica.

La storia di Mattia offre uno sguardo affascinante sul mondo del biohacking, un movimento che mira a migliorare la condizione fisica umana attraverso l’uso della tecnologia. Questo movimento include molte pratiche diverse, dalla modifica della dieta e della routine di allenamento all’implantazione di dispositivi tecnologici nel corpo umano. Secondo Mattia, il biohacking è strettamente legato al concetto di transumanesimo, che prevede l’utilizzo della tecnologia in sinergia con il corpo umano per potenziare la nostra specie.

I chip impiantati da Mattia possono sembrare futuristici, ma rappresentano solo un piccolo passo in questa direzione. La sua esperienza offre un’interessante panoramica sul mondo del biohacking e sulle opportunità che presenta. Sebbene l’idea di impiantare chip nel corpo possa sembrare strana a molti, per Mattia e altri come lui è solo un altro modo di sfruttare la tecnologia per migliorare la vita quotidiana. Tuttavia, nonostante i possibili sviluppi futuri di questa pratica, ci troviamo ancora all’inizio di un periodo di profonde incertezze e dubbi etici.

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Mattia, un giovane di Bergamo, ha deciso di diventare un biohacker e ha impiantato cinque chip nelle sue mani. I chip sono utilizzati per diverse funzioni, come i pagamenti. Mattia assicura che i chip sono sicuri per il corpo e possono essere rimossi se necessario. Il biohacking è un movimento che cerca di migliorare la condizione umana attraverso l’uso della tecnologia e può includere l’impianto di dispositivi nel corpo. Mattia ritiene che il biohacking sia collegato al concetto di transumanesimo e che sia un modo per potenziare la specie umana. Anche se l’impianto di chip potrebbe sembrare strano a molti, per Mattia è solo un modo per sfruttare la tecnologia per migliorare la vita quotidiana. Tuttavia, ci sono dubbi ed incertezze etiche riguardo al futuro del biohacking.