Green Boots: Il mistero dell’alpinista intrappolato nel ghiaccio eterno del Monte Everest!

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Il Monte Everest, con i suoi 8.849 metri, è universalmente riconosciuto come la vetta più alta del mondo. La sua eccezionalità lo rende l’obiettivo di ogni scalatore che sogna di compiere l’impresa di raggiungere la cima con le proprie forze.

Tuttavia, oltre ad essere incredibilmente alto, l’Everest è anche estremamente pericoloso. Le condizioni meteorologiche avverse e il rischio valanghe hanno permesso solo a circa 6.000 persone di raggiungere la vetta. Purtroppo, la montagna è diventata una sorta di “Valhalla”, con oltre 200 cadaveri sparsi lungo il suo percorso di quasi 9 chilometri.

Tra i numerosi scalatori deceduti, uno dei corpi che ha raggiunto una certa fama è quello noto come “Green Boots”. Questo soprannome è stato attribuito al corpo di Tsewang Paljor, un membro della Polizia di Frontiera Indo-Tibetana. Paljor perse la vita insieme ad altri due compagni di squadra durante una violenta tempesta che colpì la montagna, mentre si preparavano ad affrontare la cresta nord dell’Everest.

Il corpo di Green Boots fu lasciato all’interno di una grotta sulla montagna, a circa 8.500 metri di altezza, diventando un punto di riferimento e una tragica testimonianza dei pericoli che attendono chi tenta di scalare l’Everest. La sua presenza ha suscitato controversie tra gli scalatori: c’è chi sostiene che sia giusto lasciare il corpo come monito, poiché è diventato un’icona, e chi invece discute l’etica di abbandonare i cadaveri degli alpinisti sulla montagna.

Come accennato in precedenza, oltre 200 persone hanno perso la vita sull’Everest e molti dei corpi si trovano nella cosiddetta “Zona della Morte”, vicino alla vetta. Questa area della montagna è anche nota come “Valle dell’Arcobaleno”, a causa dei vestiti dai colori vivaci e vari degli sportivi defunti che tappezzano l’intera zona.

Green Boots, il cadavere più famoso del Monte Everest

Il Monte Everest è la vetta più alta del mondo con i suoi 8.849 metri. Tuttavia, non è solo una montagna alta ma anche molto pericolosa a causa delle condizioni meteo e del rischio di valanghe. Solo 6.000 persone sono riuscite a raggiungere la cima. Sfortunatamente, l’Everest è diventato un luogo per il riposo eterno di più di 200 alpinisti deceduti, tra cui un corpo noto come “Green Boots”. Si crede che il corpo sia quello di Tsewang Paljor, un membro della Polizia di Frontiera Indo-Tibetana, che morì durante una tempesta sulla montagna. Il corpo di Green Boots è rimasto nella grotta a circa 8.500 metri diventando un punto di riferimento e una testimonianza dei pericoli dell’Everest. La sua presenza ha suscitato controversie tra gli scalatori, alcuni ritengono giusto lasciarlo come monito mentre altri discutono sull’etica di abbandonare i cadaveri sulla montagna. Oltre 200 persone sono morte sull’Everest e molti dei corpi si trovano nella “Zona della Morte”, nota anche come “Valle dell’Arcobaleno” a causa dei vestiti degli alpinisti deceduti che colorano l’area.