Fuga dal monopolio: Svelata la scappatoia per evitare le app obbligatorie dello store dal 5 marzo

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Secondo il Digital Markets Act europeo, Apple ha tempo fino al 5 marzo dell’anno prossimo per conformarsi alla normativa, il che significa che dovrà consentire l’utilizzo di app store di terze parti o il sideload delle applicazioni entro quella data. Questo è emerso dopo che Apple è stata ufficialmente definita come “gatekeeper” e sarà quindi soggetta alla legge. Il Digital Markets Act è una legge antitrust dell’Unione Europea rivolta alle grandi aziende tecnologiche, con l’obiettivo di aumentare la concorrenza nel settore, rimuovendo alcuni vantaggi dei player dominanti e semplificando la competizione per le startup.

In pratica, ciò significa che Apple dovrà consentire agli sviluppatori l’utilizzo di piattaforme di pagamento di terze parti e gli utenti dovranno poter installare app anche da app store alternativi a quello ufficiale di Apple. Inoltre, iMessage dovrà essere interoperabile con altre piattaforme di messaggistica.

Oltre ad Apple, anche Google, Amazon, Meta e Microsoft rientrano nella categoria dei gatekeeper. A partire dal 15 marzo, potrebbero quindi essere disponibili su iOS app store di terze parti creati da altri sviluppatori, come ad esempio gli store di Meta o di Epic Games. Sarà anche possibile effettuare pagamenti per le app sull’App Store senza essere obbligati ad utilizzare il sistema di pagamento offerto da Apple.

Tuttavia, la formulazione del Digital Markets Act contiene una potenziale clausola di uscita, che potrebbe essere oggetto di contestazione da parte di Apple in sede legale. La norma dell’UE afferma che il gatekeeper può adottare misure tecniche o contrattuali proporzionate per garantire l’integrità dell’hardware o del sistema operativo, se dimostra che tali misure sono necessarie e non ci sono alternative meno restrittive per salvaguardare l’integrità dei dispositivi. Apple potrebbe quindi sostenere che l’utilizzo dell’App Store è l’unico modo per proteggere gli utenti da malware e app truffa.

Per quanto riguarda l’interoperabilità di iMessage, il Digital Markets Act afferma che Apple e altre aziende interessate devono consentire lo scambio di messaggi tra diverse piattaforme di messaggistica. Tuttavia, la formulazione della normativa è debole su questo punto e lascia spazio a scappatoie in termini di sicurezza. È probabile che Apple sia obbligata a rispettare solo la parte relativa alle piattaforme di pagamento della normativa.

In conclusione, Apple avrà tempo fino al 5 marzo dell’anno prossimo per conformarsi al Digital Markets Act europeo, consentendo l’utilizzo di app store di terze parti e l’interoperabilità di iMessage con altre piattaforme di messaggistica. Tuttavia, potrebbe contestare in tribunale alcune disposizioni della normativa.

App store di terze parti obbligatori dal 5 marzo, ma forse c’è una scappatoia

Apple ha tempo fino al 5 marzo dell’anno prossimo per adattarsi al Digital Markets Act europeo, il che significa che dovrà consentire gli app store di terze parti o il sideload delle app entro quella data. Apple è stata ufficialmente identificata come “gatekeeper” e dovrà conformarsi alla prossima legge. Il Digital Markets Act è un atto legislativo antitrust dell’Unione Europea che mira a incrementare la concorrenza nel settore della tecnologia. Apple dovrà consentire agli sviluppatori di utilizzare piattaforme di pagamento di terze parti e gli utenti potranno installare app da app store alternativi. Google, Amazon, Meta e Microsoft rientrano anche nella categoria dei gatekeeper. Apple potrebbe contestare il DMA in tribunale utilizzando una potenziale clausola di uscita. Il DMA richiede anche l’interoperabilità di iMessage con altre piattaforme di messaggistica, ma la formulazione su questo punto è debole e potrebbero esserci scappatoie legate alla sicurezza. Si ritiene che Apple sarà obbligata a rispettare solo la parte del DMA riguardante le piattaforme di pagamento.